«Una strage coordinata e pianificata»

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NEW YORK — In un giorno terso e lucente come quell’11 di settembre passato tragicamente alla storia, l’America ha ieri riscoperto la paura e quel senso di vulnerabilità  che credeva di aver superato per sempre. Un multiplo attentato di matrice ancora incerta ha gettato nel panico la Maratona di Boston, lasciando a terra almeno due morti (incluso un bimbo di 8 anni) e oltre un centinaio di feriti — sei gravissimi, otto bambini — scatenando un’emergenza nazionale Coast to Coast simile a quella provocata 12 anni fa dall’attacco di Al Qaeda alle Torri Gemelle.
La mattanza è iniziata intorno alle 14.50 ora locale — due ore dopo che il vincitore aveva tagliato il traguardo — quando due forti esplosioni hanno devastato il quartiere di Back Bay, nella zona downtown di Boston, trasformando in una sanguinosa scena di guerra la storica Maratona inaugurata nel 1897 che coincide col Patriot’s Day, la festa dello stato che celebra l’evacuazione degli inglesi da Boston durante la Rivoluzione Americana. «Si sono uditi due potenti tuoni nell’area del traguardo», racconta un producer della Cnn al Washington Post, «poi il fumo si è levato fitto davanti al palco degli arrivi». Dal suo account Twitter il Boston Globe ha descritto in diretta scene raccapriccianti di maratoneti con gli arti amputati, spettatori in preda al terrore e feriti per terra privi di sensi. «Il sangue e i vetri rotti erano dappertutto — racconta uno dei testimoni, Steve Silva —. Le ambulanze andavano e venivano con le barelle piene di feriti». «La gente correva all’impazzata gridando ‘Scappa, scappa’», gli fa eco Cindy Bosh, un’infermiera di Chicago che aveva appena finito la corsa che ogni anno attira a Boston oltre 20 mila atleti e 500 mila spettatori. Superato il traguardo, molti maratoneti hanno continuato a correre per raggiungere gli ospedali e donare il sangue.
In una conferenza stampa il capo della polizia Ed Davis ha confermato l’esistenza di altre tre bombe «inesplose» che gli artificieri sono riusciti a disinnescare e che hanno indotto le autorità  a chiudere ponti e metropolitana della città , bloccando lo spazio aereo su Boston. Sono stati bloccati anche i cellulari per timore di detonazioni azionate a distanza. «Esortiamo i cittadini a stare a casa e i turisti a rimanere in albergo — ha messo in guardia Davis —. L’evento è ancora in corso, quindi invitiamo alla cautela».
Massima allerta anche a New York, Washington e Los Angeles dove è stato annunciato un rafforzamento delle misure, col dispiegamento di pattuglie anti-terrorismo nei luoghi simbolo e davanti ai principali alberghi. I servizi segreti hanno chiuso anche Pennsylvania Avenue, davanti alla Casa Bianca, isolando l’area con il nastro giallo utilizzato sulle scene del crimine. L’Fbi ha annunciato un giro di vite in tutti gli aeroporti del Paese. «È stato un attacco terroristico pianificato e ben coordinato — ha precisato il Bureau — ma non sappiamo ancora se domestico o internazionale». Il presidente Barack Obama è andato in tv per rassicurare la nazione che «l’America troverà  i responsabili e li consegnerà  alla giustizia». Ma il presidente non ha parlato esplicitamente di terrorismo. Secondo indiscrezioni sarebbe stata fermata una persona, forse di nazionalità  saudita, ma la polizia smentisce limitandosi a rivelare che «sono in corso interrogatori». E anche la Farnesina si è mobilitata per fornire assistenza agli italiani coinvolti. «È stata istituita una unità  di crisi al consolato a Boston — ha dichiarato il console italiano nella città , Giuseppe Pastorelli —. Siamo in stretto raccordo con l’Unità  di crisi del ministero degli Esteri a Roma».
Alessandra Farkas


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