Lussemburgo e Austria cedono Tramonta il segreto sui conti
Prima il ministro delle Finanze lussemburghese Luc Frieden e poi il cancelliere di Vienna Werner Faymann hanno manifestato disponibilità sulla scia della mega-inchiesta dell‘International consortium of investigative journalists di Washington, che ha rivelato oltre 100 mila utilizzatori (di 170 Paesi) dell’anonimato dei centri offshore. Da anni l’opposizione di Austria e Lussemburgo blocca la revisione della direttiva Ue che estenderebbe lo scambio di informazioni bancarie a tutti i Paesi membri e a paradisi fiscali extracomunitari come Svizzera, Liechtenstein, Montecarlo, San Marino e Andorra.
«C’è una tendenza internazionale verso lo scambio di informazioni automatiche — ha ammesso Frieden —. Contrariamente al passato, non siamo più rigorosamente contrari a farlo anche noi». Faymann, che è socialdemocratico, ha annunciato che a Vienna sono «pronti a rinegoziare un miglioramento dello scambio dei dati bancari, correggendo l’insistenza del vice-cancelliere austriaco, il conservatore Michael Spindelegger, nel difendere il segreto bancario. Pur senza entrare nelle divisioni nella coalizione di governo in Austria, il commissario Ue per la Fiscalità , il lituano Algirdas Semeta, ha fatto ribadire che «è inaccettabile» che un solo Stato membro possa pensare di poter bloccare gli altri 26.
La crisi di Cipro, provocata proprio dalle sue banche con attività offshore, ha sollevato dubbi sui rischi assunti anche dalle banche di Lussemburgo e Malta per importi molto superiori al Pil nazionale. Semeta intende così tornare alla carica per ottenere il mandato a trattare un accordo di scambio di informazioni bancarie con la Svizzera per conto di tutti i 27. A Berna avevano puntato a ostacolare questa iniziativa Ue con accordi bilaterali che salvavano il segreto bancario. Ma in Germania l’opposizione socialdemocratica aveva fatto saltare quello concluso con la cancelliera Angela Merkel, molto impegnata contro l’evasione fiscale in vista delle prossime elezioni. E la Svizzera ora deve fare i conti con le aperture di Austria e Lussemburgo.
Ivo Caizzi
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