L’ex ministro francese confessa i conti segreti Hollande sulla difensiva

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PARIGI — Il premier Jean- Marc Ayrault si è precipitato al tg delle 20 per giurare ai francesi che lui e il presidente Hollande «non sapevano niente»: quel che era noto al giornale Mediapart — il ministro del Bilancio Jérà´me Cahuzac aveva un conto segreto in Svizzera — era sconosciuto ai vertici della Francia.
«Poco fa ho parlato a Cahuzac. Gli ho detto: “Ci hai tradito. Ci hai mentito”», ha raccontato in diretta tv Ayrault, in un momento drammatico, senza precedenti nella storia francese.
Cahuzac, ex chirurgo estetico, ex specialista dei trapianti per capelli e ormai ex politico, ieri pomeriggio si è deciso ad ammettere: da una ventina d’anni tiene un conto segreto all’estero, circa 600 mila euro. È un colpo di scena che fa tremare la «Repubblica irreprensibile» vantata da Hollande. Perché dalla nomina il 16 maggio 2012, fino al 19 marzo scorso, giorno delle dimissioni offerte «per dimostrare l’innocenza e difendere l’onore», la Francia ha avuto un ministro del Bilancio che guidava il Fisco, lanciava severe campagne moraleggianti contro i paradisi fiscali, e allo stesso tempo teneva i soldi tra Svizzera e Singapore.
Il danno portato alla presidenza Hollande e alla stessa democrazia francese è enorme. Soprattutto perché a partire dal 4 dicembre, quando il giornalista di Mediapart Fabrice Arfi ha tirato fuori la storia, Cahuzac si è dedicato a smentire nei modi più solenni, decisi, indignati. Guardava negli occhi, e assicurava: «Tutte calunnie, sono innocente». E adesso, chi mai potrà  più credere a un politico che prova a difendersi?
Il giorno dopo l’uscita dell’articolo, davanti al premier Ayrault, ai colleghi ministri e a tutta l’Assemblea nazionale Cahuzac scandì bene le sue parole: «Non ho e non ho mai avuto un conto all’estero. Ho già  presentato una denuncia per diffamazione».
Seguirono quattro mesi di grida al complotto e minacce: «Chi macchia il mio onore verrà  trascinato in tribunale!». Eppure quella vecchia registrazione telefonica, in cui si riconosce Cahuzac parlare imbarazzato del conto a Ginevra, restava lì, online, e non c’era modo di cancellarla.
«Sono devastato dal rimorso», ha finalmente scritto ieri Cahuzac sul suo blog, dopo la confessione ai magistrati. Gli amici parlano di un uomo distrutto, di pensieri suicidi. «Prendo atto con grande severità », si legge nel comunicato di un furibondo Hollande. L’opposizione di destra esulta — «Come sempre la sinistra parla in un modo e si comporta in un altro», dice Franà§ois Fillon — mentre l’unico vero trionfatore Edwy Plenel, a capo di Mediapart, prende i toni giusti: «Quel che fa l’infelicità  della democrazia non può rendere felici i giornalisti. Accanirsi su Cahuzac ora non serve. Meglio interrogarsi sulle complicità  politiche e mediatiche di questi mesi».
Stefano Montefiori


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