L’eco-business delle pecore giardiniere “Funzionano meglio di un tosaerba”

Loading

I nuovi tosaerba entreranno in funzione il 3 aprile e lavoreranno senza pause fino a ottobre. Certo, il modello non è dei più rapidi, in compenso però garantisce zero emissioni, costi ridotti e nessun rumore, a eccezione di qualche sporadico “bèèè”. Il contratto è limitato inizialmente a 2mila metri quadri di terreno incolto che appartengono all’amministrazione degli “Archives de Paris”. Il prato che al momento è impresentabile è situato nel 19esimo arrondissement, una zona semi-centrale dove si trova anche la Villette.
Se l’erba sarà  tenuta con sufficiente cura, la missione potrà  essere estesa anche ad altre zone di prestigio della capitale francese, come il Bois de Boulogne e il Bois de Vincennes, o magari le Tuileries o il prato sotto alla Torre Eiffel. E il piccolo gregge di quattro pecore provenienti dall’isola bretone di Ouessant — piccole, robuste e sufficientemente fameliche — potrà  estendere la sua delegazione impegnata nella Ville Lumière. Arriva la primavera e Parigi scopre l’éco-pà¢turage. Ma lo spettacolo di un gregge che attraversa una strada del centro con l’aiuto dei vigili urbani non è affatto nuovo. Lo ha vissuto Torino nel 2008. Lo ha sperimentato un’azienda di Varese nel 2011. Lo hanno testato scientificamente — raccogliendo dati su costi, risparmi e specie vegetali consumate — i ricercatori del Centro Enea della Casaccia, a nord-ovest di Roma, sempre nel 2011. I cinque asinelli impiegati per la ripulitura di due ettari e mezzo sono costati 9.500 euro, contro i 13mila di falciatrici e decespugliatori.
In Francia esiste già  una manciata di aziende che affitta pecore, capre, asini, mucche cavalli per mantenere puliti parchi e giardini, concimandoli in maniera naturale e annullando l’uso di diserbanti. I loro clienti finora erano soprattutto privati: fabbriche circondate da terreni incolti o ville dai giardini molto estesi. La spesa, per uno spazio di 3mila metri quadri, si aggira sui 240 euro al mese. Ma non mancano modelli di business più flessibili. In Ohio un ragazzo di 23 anni, laureato all’università  di Boston e rimasto senza lavoro, ha comprato due coppie di pecore e fondato la ditta “Heritage Lawn Mowing”. Per quattro dollari al giorno, le lascia pascolare nei giardini dei vicini.
Un esempio simile in Italia — voluto dall’allora presidente della Provincia di Treviso Luca Zaia — servì a scattare qualche foto propagandistica lungo i bordi erbosi della strada “Postioma Vecchia” dal 2005. Ma dopo alcune stagioni, gli animali furono ritrovati in pessime condizioni
dai volontari della Lega Abolizione Caccia. Alla Whirlpool di Varese, due anni fa, un migliaio di pecore affittate da un pastore locale ripulì nel giro di un paio di giorni e senza alcun contrattempo cinque ettari di prato incolto.
L’esperimento annunciato dal Municipio di Parigi promette un risparmio del 25% rispetto ai decespugliatori. Della cura degli animali si occuperà  la “Ferme de
Paris”, un’azienda agricola biologica che si trova nel Bois de Boulogne ed è nata come meta di gite dei bambini cresciuti in città . Se per il momento le pecore impegnate sono solo quattro, in tutta l’Ile-de-France l’eco-pascolo dà  già  impiego a quasi duecento esemplari. Nel caso delle pecore dell’isola di Ouessant (mezzo metro di altezza e nemmeno 15 chili di peso), la razza è considerata poco adatta sia alla produzione di lana che all’alimentazione. Per anni ha rischiato di scomparire, in attesa di trovare impiego come tosaerba.


Related Articles

Cibo trasparente con l’ «etichetta narrante»

Loading

Alimentazione. Un sistema (e una proposta di legge) per difendere i consumatori dalle frodi ecomafiose. E ora anche dall’incombente Trattato transatlantico sul commercio e sugli investimenti

Una bimba marocchina torinese ad honorem

Loading

In Sala rossa ordine del giorno a favore di una nuova lege sulla cittadinanza. Per sostenere l’appello di Napolitano a introdurre lo “ius soli”. Il consigliere Tricarico: «Il 35% dei neonati ha genitori non italiani»

Roma, vincono i Commons

Loading

Il collegio del Lazio rigetta l’accusa di danno erariale formulata da Patti contro le associazioni e adottata dal Campidoglio. Le organizzazioni sfrattate dagli immobili capitolini potrebbero fare causa al Comune

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment