Commissione Ue: ”Con la crisi cresce il mercato di droga nell’Unione”

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Ma si prevede anche che la crisi economica porti a una riduzione dei finanziamenti destinati alle politiche antidroga, in particolare quelle riguardanti le cure e le misure per la riduzione dei danni.

“Lo studio pubblicato oggi e’ un campanello d’allarme per l’Europa: per limitare l’offerta di droga e per porre freno al mercato illecito dobbiamo ridurre il numero dei tossicodipendenti, non solo attraverso la prevenzione ma anche mediante la somministrazione di cure”, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. “L’offerta e’ proporzionale alla domanda: il numero sempre maggiore dei tossicodipendenti indica che il mercato e’ in crescita. Per questo motivo intendo proporre entro la fine dell’anno una legislazione piu’ severa riguardo alle nuove sostanze psicoattive e al mercato illecito di stupefacenti. Dobbiamo attivarci a livello dell’Unione e proteggere i nostri figli”.

Secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze le nuove sostanze psicoattive rappresentano una minaccia crescente. Nel 2011, attraverso il sistema di allarme rapido dell’Unione, sono state ufficialmente segnalate un totale di 49 nuove sostanze psicoattive, per la prima volta in numero cosi’ elevato. È la quantita’ piu’ impressionante di sostanze mai segnalata in un singolo anno, in aumento rispetto alle 41 del 2010 e alle 24 nel 2009. I dati preliminari relativi al 2012 non mostrano alcun segno di flessione, in quanto si parla gia’ di 50 nuove sostanze. Nonostante il consumo delle “droghe tradizionali” come cocaina, eroina e ecstasy sia generalmente stabile, il mercato delle droghe illecite ha visto la comparsa di nuovi stupefacenti, in quanto i trafficanti approfittano delle sostanze chimiche non regolamentate a livello internazionale. Si tratta di droghe sempre piu’ facilmente ottenibili via internet che si sono diffuse rapidamente presso molti Stati membri, i quali hanno difficolta’ a impedirne la vendita.

Il mercato e’ invaso da sempre nuove droghe: nel corso degli ultimi due anni, ogni settimana ha visto la comparsa di una nuova sostanza stupefacente. Gli Stati membri non possono impedire la diffusione di queste droghe agendo singolarmente: l’applicazione di misure severe a livello nazionale potrebbe semplicemente spingere i criminali a spostare la produzione nei paesi confinanti o a modificare le rotte del traffico. 

Lo scorso gennaio la Commissione ha proposto di vietare in tutta l’Unione la sostanza “4-MA” – simile all’anfetamina – (cfr. IP/13/75), dopo essere riuscita a ottenere, nel 2010, l’interdizione su scala europea del mefedrone, una droga simile all’ecstasy (cfr. MEMO/10/646). Il 25 ottobre 2011 la Commissione europea ha annunciato una revisione delle norme dell’UE per combattere le droghe illecite, in particolare le nuove sostanze psicoattive, che provocano effetti simili a quelli di droghe pericolose quali l’ecstasy o la cocaina e costituiscono un problema crescente (IP/11/1236). Si attende nel 2013 una proposta legislativa.

Lo studio offre informazioni importanti sull’impatto delle politiche che prendono di mira l’uso e l’offerta di stupefacenti e il funzionamento del mercato delle droghe illecite nell’Unione europea, evidenziando il ruolo sempre piu’ importante della rete per la distribuzione di sostanze stupefacenti.

Esso contiene inoltre un’analisi particolareggiata delle dimensioni del mercato per determinate droghe illecite e una stima del profitto che esse generano, ipotizzando che nell’Unione europea nel 2010 la dimensione del mercato della cannabis, la droga piu’ diffusa tra i suoi cittadini, ha raggiunto un valore compreso tra i 7 e i 10 miliardi di Eur. Coloro che fanno uso intensivo di cannabis sono una percentuale minima (tra il 5% e il 25%, a seconda del paese) ma sono responsabili della maggior parte (tra il 55% e il 77%) del consumo complessivo di questa droga in un anno. Lo studio conferma inoltre che l’applicazione di leggi contro la produzione e la distribuzione di cannabis ne fa aumentare drammaticamente il prezzo. Questo avviene perche’ i produttori e i trafficanti pretendono un indennizzo in quanto corrono il rischio di vedersi sequestrata la merce, di essere arrestati, incarcerati, subire aggressioni violente nonche’ per i costi connessi alla necessita’ di operare di nascosto.

Lo studio appena pubblicato fa seguito a un precedente studio della Commissione europea che conteneva un’analisi dell’evoluzione dei mercati di droghe illecite a livello mondiale, dei problemi legati alle droghe e delle risposte politiche nel periodo 1998-2007. Lo studio era stato realizzato Trimbos Institute e RAND con il sostegno finanziario della Commissione, nel quadro del programma di prevenzione e lotta contro la criminalita’ (programma ISEC). Il programma ISEC ha una dotazione di 600 milioni di euro per il periodo 2007-2013 e contribuisce alla sicurezza dei cittadini mediante progetti volti a prevenire e a combattere la criminalita’.

Le politiche in materia di droghe sono essenzialmente di competenza delle autorita’ degli Stati membri, che sono in una posizione migliore per operare le scelte che piu’ si addicono alla contesto culturale e alle condizioni socioeconomiche nazionali. Contemporaneamente, pero’, gli Stati membri non sono in grado di affrontare singolarmente in modo efficace il problema della lotta alla droga. La Commissione svolge di conseguenza un ruolo centrale nel coordinamento delle misure per ridurre il consumo di droghe illecite e combatterne il traffico. La risposta dell’Europa alla droga e’ contenuta nella Strategia dell’Unione europea in materia di droga (2005-2012), (2013-2020) e nel Piano d’azione dell’UE in materia di lotta contro la droga (2009-2012).

(DIRE)

 

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