ADDIO A TERESA MATTEI PARTIGIANA E FEMMINISTA

Loading

È morta ieri nella sua casa di Usigliano (Pisa) la più giovane dei Costituenti. Partigiana, combattente nella formazione garibaldina, Teresa era nata a Genova il primo febbraio del 1921. A 21 anni l’iscrizione al Pci, un partito ancora clandestino. “Chicchi” il suo nome di battaglia: a lei e al suo gruppo s’ispira Roberto Rossellini per l’episodio fiorentino del celebre Paisà .
Non manca il coraggio, alla combattiva Chicchi. Anni più tardi ricorderà  il ruolo giocato nell’uccisione di Giovanni Gentile, che lei conosceva dai tempi dell’università , essendosi laureata a Firenze in filosofia. «Per fare in modo che i gappisti lo riconoscessero», racconterà  Teresa, «alcuni giorni prima li accompagnai presso l’Accademia d’Italia della Rsi, che Gentile dirigeva». Mentre lo studioso usciva dal suo studio, lo indicò ai partigiani. «Lui mi scorse e mi salutò».
Il temperamento d’acciaio l’aveva già  dimostrato nel 1938, quando venne espulsa da tutte le scuole del regno per aver rifiutato di assistere alle lezioni in difesa della razza. Forse l’unica giovane italiana a farlo, o almeno tra i pochissimi. E nel 1955 sarà  cacciata dal Pci perché contraria alla linea togliattiana. D’altra parte esempi di coraggio non mancavano in famiglia. Nel 1944 suo fratello Gianfranco, partigiano dei Gap, si tolse la vita nella cella di via Tasso a Roma pur di non tradire i suoi compagni.
Anche in Parlamento la partigiana Chicchi non mancò di dare battaglia ai suoi colleghi maschi. Un saggio recente di Laura Di Nicola ricorda la sua lotta perché le donne avessero accesso a tutti gli ordini e gradi della magistratura. Ma le parlamentari elette alla Costituente erano 21 su 558, e passò la linea che di fatto giudicava le donne «incapaci di equo giudizio» (soltanto nel 1963 potranno entrare in magistratura). La battaglia cominciata da Bianca Bianchi e Angelina Merlin, Teresa Mattei e
Maria Maddalena Rossi fu al centro di una vivace discussione sulle pagine del Mercurio diretto da Alba De Céspedes, che sostenne con argomenti modernissimi «la capacità  delle donne di comprendere tutto quello che gli uomini non comprenderanno mai», proprio per la capacità  di «scendere in fondo al pozzo».
In difesa dei diritti delle donne — e dei minori — Teresa Mattei continua il suo impegno nel dopoguerra, fondando prima l’Ente per la tutela morale del fanciullo, più tardi un centro studi per la progettazione di servizi e prodotti per l’infanzia. Ancora negli anni Sessanta rinnova la sua militanza dalla parte dei bambini, coniugandola con la passione per il cinema. Nel 1966 diventa presidente della Cooperativa di Monte Olimpino a Como, che con Bruno Munari e Marcello Piccardo realizza film nelle scuole.
Anticonformista nella vita pubblica, e in quella privata. Sposata due volte, suscita scandalo quando aspetta il primo figlio da Sanguinetti — suo compagno nell’azione contro Gentile — perché non ancora coniugata. Con Bruno si sposeranno a Budapest nel luglio del 1948.
Tra gli ultimi testimoni dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione, Teresa Mattei portò dentro le istituzioni il punto di vista delle donne. E su posizioni spesso ribelli lo difenderà  fino alla fine del suo mandato. Ora riposa nella sua casa di Lari, tra nuvole gialle di mimosa.


Related Articles

Christa Wolf. La signora della Germania Est che diede voce a Cassandra

Loading

Paziente e ostinata per quarant’anni tutti i 27 settembre ha scritto un diario della sua giornata. Negli anni Ottanta i suoi romanzi ebbero grande popolarità : in Italia fu portata da e/o. È scomparsa a 82 anni: era considerata la più grande scrittrice della DDR. Fu accusata di aver collaborato con la Stasi. In realtà  aveva espresso i suoi dubbi sul sistema totalitario comunista: fu sempre difesa dall’amico Grass

Ottimo dissidente, pessimo presidente

Loading

Vaclav Havel, l’ex dissidente poi presidente cecoslovacco e ceco, è morto. Le due figure, i due protagonismi, in lui rimasero, ben separate se non radicalmente scisse. Con modalità  così originali e gravi che la sua morte, quella dell’ultimo degno rappresentante di quegli anni – ora che Gorbaciov e il metallurgico polacco Lech Walesa sono ben lontani dal potere – appare come la fine dell’89, il tramonto di tutte le visioni oleografiche e di rendita rappresentate da quella svolta profonda che, ben 22 anni fa, ha trasformato il mondo nel quale viviamo.

Ricordando il grande regista kurdo Yilmaz Guney

Loading

Oggi, 1 aprile, è il compleanno di Yilmaz Guney, grande regista kurdo, scomparso prematuramente nel 1984, a Parigi, dove si trovava in esilio

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment