Una mobilitazione per la proroga dell’accoglienza

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Già  nel corso di questo anno e mezzo trascorso dall’inizio del Piano di accoglienza, infatti, sono stati lasciati soli dalla colpevole inerzia del governo e di chi ha gestito l’accoglienza. Strutture in condizioni indegne, senza acqua calda e riscaldamento, persone stipate in posti sovraffollati, disservizi e malaffari, come ci hanno raccontato i reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times, non sono però gli unici scandali di questa vicenda. Salvo in qualche rara esperienza territoriale infatti, nessuna delle strutture di accoglienza ha costruito le condizioni minime perché i rifugiati provenienti dalla Libia avessero l’opportunità  di rendersi autonomi, indipendenti ed inserirsi nei nostri territori. Niente corsi di formazione, nessuna traccia dell’inserimento lavorativo, zero inserimento abitativo. Così, il circuito messo in piedi con l’Emergenza Nordafrica si appresta a dare prova del suo ennesimo fallimento consegnando alla strada migliaia di persone senza futuro. Eppure il denaro non è mancato e le cifre fanno impallidire ogni retorica sulla scarsità  di risorse: un miliardo e 300 milioni di euro, 46 euro a persona per ogni giorno di ospitalità , oltre 1.300 euro al mese per ogni profugo, una vera fortuna in denaro si è persa tra le pieghe di convenzioni e burocrazie, finita in tasca di albergatori e cooperative a copertura dei loro affari. Come se non bastasse, il colpevole ritardo con cui il governo ha disposto il rilascio dei permessi di soggiorno ha letteralmente ingabbiato i rifugiati: senza permesso, senza carta d’identità , senza titolo di viaggio (sostitutivo del passaporto), senza quindi poter scegliere di restare, di lavorare, oppure di ripartire verso altre mete. Per questo, dopo questo anno e mezzo di mobilitazioni, di appelli e di attività  di sostegno ai cosiddetti profughi, crediamo sia il momento di mobilitarci tutti insieme. Di mettere in campo una grande coalizione per i rifugiati. Una mobilitazione comune che dal prossimo 25 febbraio si riappropri di piazze, strade, spazi vuoti, università  o scuole. Perché chi è fuggito dal conflitto in Libia non sia costretto a mettersi in fuga una seconda volta, nell’ombra, dopo aver sperato che le democrazie europee sapessero dare prova di civiltà .
Chiediamo la proroga dell’accoglienza con risorse destinate all’inserimento abitativo dei rifugiati; la messa a disposizione di borse lavoro, fondi per la formazione, l’inserimento lavorativo e di somme adeguate per chi voglia raggiungere altre mete, anche attingendo dall’enorme quantità  di denaro accumulata dagli enti gestori che non hanno mai messo in campo queste attività ; l’immediato rilascio per tutti dei permessi di soggiorno, dei titoli di viaggio, delle carte d’identità ; L’adozione di queste misure in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale.
*** Per sottoscrivere: www.meltingpot.org


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