La destra: «Torna, ma solo per dimettersi e poi nuove elezioni»
Il clima politico venezuelano si è animato di nuove polemiche dopo la pubblicazione delle foto di Hugo Chà¡vez convalescente all’Avana, abbracciato dalle figlie. Le immagini, diffuse dal governo venerdì, costituiscono la prima prova in vita del presidente dopo l’altalena di notizie seguita al quarto intervento che ha subito l’11 dicembre per liberarsi dalle metastasi. Seppur impossibilitato a parlare per i postumi di una tracheotomia, il presidente è apparso in via di miglioramento. Per l’opposizione e i suoi canali all’estero, potrebbe presto rientrare in patria, assumere l’incarico che ha dovuto posticipare il 10 gennaio, e poi dimettersi subito dopo: accettando solo il ruolo di nume tutelare o preparandosi a morire. Uno scenario che – secondo queste ipotesi – porterterebbe a nuove elezioni, intorno a fine marzo – inizi aprile. Ieri, molti presidenti dell’America latina hanno inviato felicitazioni e attestati di stima al governo venezuelano e al vicepresidente Nicolas Maduro, che sta facendo funzioni in assenza del capo dello stato. Maduro ha accusato il governatore dello stato di Miranda, Henrique Capriles (capo dell’opposizione) di essere responsabile della protesta organizzata «da un gruppo neofascista» contro il governo. Si riferiva a una ventina di giovani che, da qualche giorno, ha tentato di incatenarsi alle inferriate dell’ambasciata cubana a Caracas, che si trova nello stato Miranda. I giovani – alcuni dei quali sono stati fermati e rilasciati dopo qualche ora – protestano per la permanenza di Chà¡vez a Cuba e – dopo la diffusione delle foto del presidente – si sono attribuiti il merito di aver provocato una risposta. Altri, però, hanno gridato al montaggio e le voci hanno ricominciato a rincorrersi alimentando l’incertezza e i malumori per le conseguenze della svalutazione che ha portato il valore del dollaro da 4,3 a 6,30 bolivar. Ieri, il ministro delle Finanze, Jorge Giordani, è tornato a spiegare che il primo obiettivo dell’operazione «è quello di mantenere le conquiste sociali ottenute negli ultimi 14 anni», e non di distruggerle. «I 2,5 milioni di pensionati e i 2,5 milioni di funzionari pubblici non sono sprechi come invece considera chi dà più valore al denaro che all’essere umano, ma sono un investimento, appunto, sull’essere umano», ha detto. Intanto, secondo una indagine statistica compiuta dal Grupo de Investigacià³n Social, Siglo XXI, il gradimento dei cittadini nei confronti del presidente venezuelano è aumentano del 10% da quando è stato rieletto, il 7 ottobre scorso, e ora raggiungerebbe il 70%. Il livello più alto ottenuto dal presidente dal 2006, e questo – ha affermato il direttore dell’Istituto statistico, Jesse Chacà³n – «si deve al suo stretto legame con vasti settori della popolazione». La stessa inchiesta segnala che i cittadini considerano legittima la decisione della Corte suprema di convalidare quella del Parlamento in merito all’assenza di Chà¡vez il 10 gennaio, considerata solo un’assenza temporanea e non un vuoto di potere.
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