Francia, i medici aprono all’eutanasia
PARIGI — L’Ordine dei medici francese apre la porta all’eutanasia. Per la prima volta, sia pur con molte precauzioni, l’istituzione si dice favorevole a una «sedazione terminale», che dovrebbe però essere riservata ad alcuni casi eccezionali «per dovere d’umanità ». Il documento rilancia il dibattito sull’eutanasia, malgrado il termine non venga utilizzato. Durante la campagna elettorale, Franà§ois Hollande aveva detto di voler legiferare in questa materia: un rapporto, arrivato sul tavolo del presidente poche settimane fa, propone un’interpretazione estensiva della legge attuale e non esclude l’introduzione, in casi rari, del suicidio assistito.
La legge in vigore, infatti, accetta il “lasciar morire” e vieta l’eutanasia attiva: in sostanza, autorizza i medici a somministrare cure sedative anche quando si sa che il loro effetto può essere quello di accorciare la vita del paziente. Si tratta insomma di accompagnare il malato in fase terminale e di ridurre la sua sofferenza. Secondo l’Ordine dei medici, tuttavia, questa normativa non basta per alcuni casi.
Il documento dei camici bianchi è prudentissimo: «Dietro richieste persistenti, lucide e reiterate della persona colpita da un’affezione per cui le terapie sono diventate inoperanti e le cure palliative avviate, una decisione medica legittima dev’essere presa davanti a situazioni cliniche eccezionali, con riserva che siano identificate come tali, non da un solo medico, ma da una formazione collegiale». Questo perché la legge attuale non offre soluzioni «per alcune agonie prolungate o per dolori psicologici e/o fisici che, malgrado gli strumenti messi in atto, restano incontrollabili». Di fronte a questi casi rari, per i quali non esiste una risposta nella normativa attuale, l’Ordine preconizza «una sedazione adeguata, profonda e terminale, somministrata nel rispetto della dignità ». Una decisione collettiva, da non lasciare sulle spalle di un singolo medico.
È la prima volta che i medici non si oppongono all’idea di accompagnare verso la morte i pazienti incurabili, anche se nella pratica si pensa che ogni anno siano praticate in Francia circa 3mila eutanasie. Il rapporto consegnato poche settimane fa a Hollande, che pure non era contrario a una qualche forma di suicidio assistito, invita a non cambiare la legge, ma ad applicarla con discernimento: «I criteri che una legge vorrebbe imporre
in questo tipo di decisione non potranno mai contenere tutta la complessità e la diversità del reale». Occorrono insomma raccomandazioni per praticare «una medicina responsabile». Hollande è invece favorevole a un provvedimento legislativo, che dovrebbe essere varato entro l’estate. L’eutanasia attiva non sarà autorizzata, ma i contorni della legge sono ancora vaghi.
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