Pistorius sotto accusa Ha ucciso la fidanzata all’alba di San Valentino

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«I am the bullet in the chamber», io sono il colpo in canna, il proiettile che parte: questo slogan, forse l’ultimo della sua carriera di velocista-eroe, è stato ritirato ieri dal web. Oscar Pistorius, 26 anni, due ori e un argento alle ultime Paraolimpiadi, probabilmente il sudafricano più famoso dopo Mandela, non vola più. Da oggi è formalmente accusato di aver ucciso la fidanzata, la ventinovenne topmodel sudafricana Reeva Steenkamp.
Quattro i proiettili che hanno colpito Reeva alla testa e alla mano. La pistola calibro 9 da cui sono partiti appartiene a Blade Runner, così chiamato per quelle lame al carbonio che lo facevano volare in pista, primo e unico atleta amputato bilaterale a partecipare ai Giochi Olimpici (semifinale nei 400 metri a Londra). A lui appartiene anche il luogo, la stanza del delitto, in una villa fuori Pretoria, capitale del Sudafrica: Silver Woods, uno di quei villaggi «chiusi» dove chi può va ad abitare per motivi di sicurezza. Un muro perimetrale elettrificato di 3 metri non ha protetto Reeva nella notte tra mercoledì e giovedì. Lei che pochi giorni fa via Internet (Istagram) scriveva: «Questa mattina mi sono svegliata in una casa sicura e felice. Non per tutte è così. Battiamoci contro lo stupro».
In quella casa è morta. La polizia, allertata alle 4 da vicini che avevano udito grida e spari, sostiene che a casa Pistorius ci fossero solo loro due. Oscar e Reeva, vigilia di San Valentino: «Cosa avete in serbo per il vostro amore domani?», ha scritto lei su Twitter. L’ultima foto raffigura un «frullato»: «Sano vero? Me l’ha preparato il mio fidanzato». «Una coppia fantastica — li ha definiti la pierre della topmodel, Sarit Tomlinson — stavano insieme da qualche mese». Così fantastica che la prima versione dei fatti, pubblicata sul sito di Beeld (il giornale Afrikaans, la lingua dei bianchi) e ripresa da altri media, faceva supporre un tragico incidente: Oscar ha scambiato Reeva per un intruso e ha sparato. Succede, in un Paese con un tasso di criminalità  tra i più alti del mondo: nel 2004 un giocatore di rugby uccise la figlia di 19 anni credendola un ladro che gli rubava la macchina.
Ma non è questa la pista seguita dagli investigatori. Dopo una notte in cella, questa mattina il velocista comparirà  in tribunale a Pretoria dove sarà  formalizzata l’accusa di omicidio. L’avvocato chiederà  la libertà  su cauzione (contraria la polizia). Ieri Pistorius è stato portato in ospedale per «esami standard»: sangue, unghie, eventuali graffi. Ai cancelli di Silver Woods, 36 ettari e 290 lotti non lontano da un lago e da un golf club, la brigadiere Denise Beukes dice: «La notizia dello scambio di persona l’abbiamo sentita alla radio. Ci siamo sorpresi, non viene da noi». I vicini «avevano sentito delle cose in precedenza», nel corso della serata. Un litigio prolungato? «Solo Oscar può dire quanto è successo» dice il padre Henke alla tv: «Lui è triste». La tesi dell’incidente è venuta dall’accusato? Non è chiaro. «Sta collaborando», ha detto la brigadiere che ha parlato di fatti «di natura domestica». Altre volte la polizia era intervenuta a casa sua. A novembre The Star scrisse di uno scontro tra «il geloso Pistorius» e un uomo che frequentava la fidanzata (senza citare il nome). L’atleta avrebbe minacciato il rivale: «Ti spezzo le gambe».
Oscar, le gambe, le donne, le pistole. Teneva la 9 millimetri sul comodino, «quando non riesco a dormire andava ad allenarsi al poligono». Andrea Giannini, suo ex preparatore atletico, ricorda di non averlo mai «visto violento. Anche se stanco o nervoso, era sempre gentile». E «galante». Dopo una lunga relazione, un amore di gioventù, aveva avuto storie con donne bellissime (tra cui una fotomodella russa). L’ultima, Reeva Steenkamp, 3 anni maggiore di Oscar, carriera in ascesa: laurea in Legge alla Mandela University, passione per auto e fornelli, dalla provinciale Port Elizabeth era salita a Johannesburg sei anni fa diventando il volto di un marchio mondiale di cosmetici. Sabato 16 febbraio doveva essere il giorno del suo vero debutto in tv, prima puntata (registrata) del reality «Tropika, l’Isola del Tesoro».


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