Edilizia, la «collera» delle imprese invade Piazza Affari (con i caschi)
L’hanno chiamata «Giornata della collera», e il nome dice già tutto. Nove mila caschetti gialli a punteggiare Piazza Affari a Milano, nove mila come i posti persi dall’edilizia nel 2012 solo in città , 360 mila in tutta Italia. E poi, nell’ex parterre della Borsa, 20 associazioni del comparto con la «volontà di fermare un inarrestabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica dell’intero Paese». È proprio qui che arriva la telefonata di Giorgio Squinzi: «Questo è il giorno in cui le imprese fanno sentire il loro stato d’animo — dice il presidente di Confindustria — che non può essere più benevolo. Non servono annunci e promesse, chiediamo interventi concreti e coraggiosi da parte della politica per uscire dalla crisi».
Anche perché non è solo l’edilizia a leccarsi le ferite. Proprio ieri sono arrivati i dati Cerved sul numero delle aziende che hanno chiuso nel 2012. Abbiamo perso 104 mila aziende, il 2,2% in più rispetto al 2011 che già era stato un anno record. Ci sono stati 12 mila fallimenti, 90 mila liquidazioni e altre 2 mila procedure non fallimentari. Per valore delle aziende fallite, abbiamo superato del 64% il valore registrato nel 2008.
Crisi delle aziende che, naturalmente, vuol dire guai per i lavoratori. Ieri una piccola buona notizia è arrivata per una delle categorie più in difficoltà e meno conosciute, i cassintegrati senza cassa integrazione. Quasi 100 mila persone che hanno diritto agli ammortizzatori sociali in deroga, quelli per le piccole imprese. Ma sono rimasti senza assegno per mesi, perché i fondi sono insufficienti e perché l’Inps ha congelato i pagamenti, non più disponibile ad anticipare i soldi rimborsati mesi dopo da Stato e Regioni. Come aveva preannunciato nei giorni scorsi alle parti sociali, il ministro del Welfare Elsa Fornero ha autorizzato l’Inps a pagare gli assegni per il 2013 e, soprattutto, ha sbloccato il versamento degli arretrati del 2012 fino ad un massimo di due mensilità .
I conti non tornano ancora del tutto, però. Il governo ha trovato per ora 200 milioni di euro per gli arretrati, compresi 20 milioni per la cosiddetta mobilità giuridica, sgravi fiscali a chi assume una persona licenziata da una piccola azienda. Ma le Regioni stimano che in tutto ne siano necessari 388. Il doppio. «Apprezzo la sensibilità del ministro e la ringrazio, anche se molto resta ancora da fare» dice Gianfranco Simoncini, assessore toscano alle Attività produttive e coordinatore per le Regioni del settore lavoro. Risolto, in parte, il problema degli arretrati resta tutta da giocare la partita per il futuro. L’anno scorso per la cassa integrazione in deroga abbiamo speso 1,7 miliardi di euro. Al momento gli stanziamenti per il 2013 ammontano a 1,6 miliardi, considerando anche i fondi europei. Ma la Cgil stima che di miliardi ne serviranno almeno 2.
Related Articles
«Le fabbriche italiane saranno salve solo se esporteranno in America»
«Ma senza costi competitivi dovremo ritirarci da 2 stabilimenti su 5 » «Con le regole di Basilea le banche non potrebbero più salvarci come nel 2002. Perciò conservo 20 miliardi in cassa»
L’Inps chiede indietro sgravi alle imprese e soldi ai pensionati
Il caso delle piccole aziende venete a rischio rimborsi per le misure sul reimpiego
Conti in salvo a Roma e Venezia Recuperati 6 miliardi di Fondi Ue