Rispetto e sgomento. Il mondo sorpreso
ROMA — Dal presidente americano Barack Obama al calciatore cattolico Francesco Totti, dai rabbini di Gerusalemme ai coltivatori della Coldiretti. Passano attraverso un percorso davvero universale lo stupore e il rispetto per le dimissioni a sorpresa di Benedetto XVI. Incredulità ma anche condivisione — tranne rare eccezioni in Italia e in Irlanda — per il «coraggio» mostrato dal Papa con una mossa che ha spiazzato le cancellerie di tutto il mondo: quindi, le parole chiave di una giornata in cui la notizia battuta dall’Ansa ha dominato sui media dei cinque continenti sono seriali: «Rispetto», «Gratitudine», «Speranza», «Coraggio» ma anche «Angoscia», «Tristezza», «Sgomento».
In tarda mattinata, il primo a commentare è il presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti, Mario Monti, che a caldo dice di essere «molto scosso». Perché, aggiunge il premier, «è giunta totalmente inattesa una decisione grande e grave. Credo che il Papa abbia con questo atto inteso servire la Chiesa fino in fondo e anche assicurarsi che anche per il futuro la Chiesa abbia una guida salda».
Ma nel giro di poche decine di minuti le dimissioni del Papa hanno monopolizzato l’agenda internazionale. La Casa Bianca, con una nota, ha reso pubblico il sentimento della coppia presidenziale: «A nome degli americani in tutto il mondo, io e Michelle desideriamo rivolgere il nostro apprezzamento e la nostra preghiera per Sua Santità Papa Benedetto XVI». Anticipato dall’ambasciatore David Thorne — «L’Italia sarà sotto i riflettori di tutto il mondo nei prossimi giorni» — Barack Obama ha dunque voluto ricordare l’incontro avuto nel 2009 con Joseph Ratzinger apprezzando «il lavoro svolto assieme negli ultimi 4 anni». Mentre Jo Biden, vicepresidente Usa da tempo considerato un potenziale candidato per la successione a Obama alla Casa Bianca, se l’è cavata con una battuta: «Non sto correndo per prendere il suo posto…».
La connazionale Angela Merkel ha comunque battuto sui tempi di reazione quasi tutti gli altri capi di Stato e di governo. Con le dimissioni, ha detto la cancelliera, il Papa «ha preso una decisione grave». Aggiungendo che «in una epoca come la nostra, in cui si vive molto più a lungo, molte persone comprenderanno come il Papa abbia dovuto fare i conti con il carico dell’età ». Il Pontefice, ha proseguito Angela Merkel, «ha preso la sua decisione per la sua Chiesa e per le persone che vivono in essa. Il Papa è il pastore di oltre un miliardo di fedeli e sa che la Chiesa può riuscire solo nel dialogo con il mondo».
Impenetrabile, invece, il pensiero di Buckingham Palace che ha solo confermato per il 6 e 7 marzo la visita ufficiale in Italia della Regina Elisabetta in occasione della quale, comunque, non era mai stato messo in programma alcun appuntamento in Vaticano. Per il premier David Cameron Papa Benedetto XVI «mancherà nel suo ruolo di guida spirituale a milioni di persone». In ogni caso il premier britannico ha voluto inviare «i migliori auguri a Papa Benedetto… Egli ha lavorato duramente per rafforzare le relazioni della Gran Bretagna con il Vaticano».
Il presidente francese, Franà§ois Hollande, parla di scelta «altamente rispettabile» e aggiunge una battuta: «Ora tocca alla Chiesa pensare alla sua successione. Noi non presentiamo candidati…». Il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso, e il presidente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, hanno parlato di «profondo rispetto» per una scelta che «non è in linea con la tradizione». La notizia ha avuto grande eco anche a Pechino ma l’agenzia ufficiale cinese Xinhua l’ha battuta con alcune ore di ritardo. In Irlanda un gruppo di vittime degli abusi commessi sui minori da componenti della Chiesa cattolica hanno sottolineato che, nonostante le promesse, Papa Benedetto XVI «non ha fatto nulla» per punire i responsabili. A Gerusalemme, il rabbino David Rosen, direttore dell’istituto Heilbrunn per la comprensione religiosa internazionale, ha detto: «È stato un amico del popolo ebraico». Da Ramallah, il dirigente dell’Olp Hannan Ashawi ha auspicato che il nuovo Papa continui «a rafforzare le relazioni con la Palestina».
Ovviamente l’annuncio delle dimissioni è arrivato come un fulmine a ciel sereno anche sulla nostra campagna elettorale. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha messo in guardia chi avesse la tentazione di «mescolare la campagna elettorale con le dimissioni del Papa». Poi il leader dei democratici ha aggiunto che la scelta di Benedetto XVI «riforma il futuro della Chiesa» perché «è la scelta di un grandissimo teologo che ha messo la teologia al servizio della Chiesa». E tanto per rispettare lo schema delle coalizioni, Nichi Vendola (Sel), principale alleato di Bersani, ha dichiarato: «Il Papa ci ha dato un’immagine di fragilità umana, e nei segni della debolezza c’è una verità profonda del Vangelo». Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha manifestato un sentimento di angoscia, di sconforto e di stupore». Invece Gianni Letta, braccio destro di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, non è stato colto di sorpresa: «Lo aveva teorizzato, che quando le forze non lo avessero più assistito… E ora ha compiuto un atto d’amore che definirei sublime nei confronti della Chiesa». In sintonia il commento dell’ex premier Massimo D’Alema (Pd): «Un atto di responsabilità e di amore verso la Chiesa».
Anche Silvio Berlusconi ha poi sottolineato di essere «ammirato da un gesto di grande responsabilità ». Ma nel suo partito, Alessandra Mussolini ha detto che «queste dimissioni suscitano sconcerto perché indeboliscono la Chiesa. È un grande segnale di destabilizzazione». Invece Beppe Grillo (Movimento Cinque Stelle) ha detto in un comizio a Rovigo che «il prossimo Papa dovrebbe essere nero, come il presidente Obama».
Calzante per molti cattolici, infine, la reazione del capitano della Roma Francesco Totti: «Credo che la scelta del Santo Padre vada rispettata. Ma oggi sono molto triste».
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