Bambini e psicofarmaci: sale il consumo. Usa: +46 per cento da 2000 a 2010

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ROMA – 750 mila bambini tedeschi hanno ricevuto una diagnosi di Adhd (Sindrome di Iperattività  e Deficit di attenzione) nel 2011: il 7 per cento dei pre-adolescenti maschi e il 2 per cento delle femmine ha assunto pscifarmaci. L’allarme, basato su recenti statistiche, arriva dal comitato per la farmacovigilanza pediatrica “GiùleManidaiBambini”, che fa notare come in Germania i bambini cosiddetti “iperattivi” siano prevalentemente maschi (620.999), con maggiore incidenza intorno al 10° anno di età . “Ovviamente – commenta Alain Goussot, Professore di Pedagogia all’Università  di Bologna – dal momento che proprio quella è l’età , specie per i maschietti, di incontenibile movimento e di voglia di stare mai fermi”.

Ad essere somministrati, non sono solo i famigerati Ritalin o Strattera, ma si registra un incremento nella prescrizione dei farmaci della multinazionale inglese Shire, che con i suoi prodotti Vyvanse,  Intuniv e Adderal, supera ormai ampliamente gli 8 milioni di ricette all’anno con oltre 1,55 miliardi di dollari di incassi ogni 12 mesi. Questi farmaci, ricorda il comitato, “riducono solo i sintomi, a prezzo di effetti collaterali potenzialmente distruttivi, e senza curare alcunché, dal momento che le ricerche scientifiche dimostrano che dopo massimo 24 mesi i ‘benefici’ del farmaco diventano totalmente ininfluenti, e che comunque in larga misura questo genere di disagi si può risolvere con strategie non farmacologiche, e anche del tutto naturalmente con l’avanzare dell’età ”

La portavoce nazionale del comitato, Luca Poma, dichiara: “Non è la prima volta che denunciamo anche in Italia attività  promozionali propedeutiche alla commercializzazione di farmaci per l’ADHD, prodotti peraltro neppure ancora autorizzati nel nostro paese. Non si promuovono solo ricerche per l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni, ma anche attività  di pre-marketing, come il finanziamento a congressi scientifici per affermare ‘l’emergenza ADHD’, oppure come la creazione di siti internet per propagandare la presunta malattia,se non addirittura per ‘spiegare’ ai bambini stessi come gestire la disattenzione e iperattività ,stimolando così nelle famiglie l’interesse per la relativa terapia, ovviamente farmacologica. E in tutti questi casi, la più ‘iperattiva’ tra le multinazionali del farmaco pare proprio essere la Shire”. Dopo Germania, Austria, Svezia e Danimarca, il prossimo obiettivo commerciale parrebbe essere proprio l’Italia. “Le norme europee – prosegue Poma – rendono molto semplice registrare un farmaco già  autorizzato in altre nazioni dell’UE, quindi anche Shire – dopo le autorizzazioni ottenute in vari Stati – si sta concentrando sul nostro paese, che è il 5° mercato farmaceutico al mondo:la strategia sembra quella di ‘medicalizzare’ i comportamenti di un numero crescente di minori italiani. Un business miliardario, che secondo molti osservatori viene promosso a spese della salute dei più deboli tra noi: i bambini”.

 

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