Bilancio Ue: niente tagli ai Fondi per la cooperazione. L’Italia ottiene un aumento

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BRUXELLES – I ventisette capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, dopo 26 ore di summit, hanno trovato un accordo sul bilancio UE per il periodo 2014-2020.
Sebbene siano stati confermati i 14 miliardi di tagli ai fondi per la crescita europea, si è scongiurato il taglio ai fondi per la cooperazione e gli aiuti nei paesi in via di sviluppo. Il congelamento degli aiuti ai livelli attuali, allontana comunque l’UE dagli obiettivi che essa stessa si è posta per il 2015.
Nel 2005, i leader UE si erano presi l’impegno di destinare lo 0,7% del reddito interno lordo degli Stati membri alle popolazioni più povere del mondo entro il 2015. Tale impegno è stato riaffermato in più occasioni, ultima delle quali al vertice di Bruxelles dello scorso giugno.
Ora, con l’accordo raggiunto dai 27 leader, ci sarà  una riduzione dei 51 miliardi di euro originariamente previsti dalla Commissione per aiuti umanitari e allo sviluppo e si tornerà  a uno scenario che definiremo “business as usual” cioè, come detto, ai livelli attuali.
L’Italia è maglia nera fra i grandi paesi donatori, destinando appena lo 0,17% del prodotto interno lordo a tali aiuti, il 53% del quale è attraverso il bilancio europeo. Questo significa che il nostro paese spende molto poco in aiuti bilaterali ai paesi in via di sviluppo.

Sembra però, secondo informazioni del portale Devex, che, almeno per l’Italia, ci sia la tendenza a invertire la rotta: Gianpaolo Cantini, che ha sostituito Elisabetta Belloni a capo della cooperazione italiana, sarebbe in procinto di ottenere un leggero aumento di risorse destinate alla cooperazione per il 2013, con una spesa di 273 milioni di Euro. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma il nostro paese dovrebbe utilizzare meccanismi quali la cancellazione di alcuni debiti, strumenti finanziari innovativi e il coinvolgimento del settore privato per tornare a far parte del club dei grandi donatori mondiali.
Ora, l’accordo raggiunto dovrà  essere ratificato dal Parlamento Europeo, che  dovrà  votare il bilancio uscito dal Consiglio e avrà  quindi la possibilità  di dire la sua sui tagli ai fondi per la cooperazione e lo sviluppo. E il passaggio non sarà  per niente una formalità , vista la dichiarazione del presidente dell’euroassemblea Martin Schultz secondo cui la proposta di bilancio uscita dal vertice è una bese su cui negoziare. (Maurizio Molinari)

 

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