Quell’invito del Fondo sui nuovi Controlli anti-Banchieri

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Ed erano anche i mesi in cui da palazzo Koch era partito il pressing su governo e parlamento perché concedessero alla Vigilanza maggiori poteri. Il potere di removal innanzitutto, cioè di mandar via per tempo gli amministratori incapaci o corrotti, che ieri l’attuale presidente della Bce ha definito «necessario» per assicurare una supervisione efficace. A sollecitarlo, allora, era il Fmi ed anche il Financial stability board, peraltro presieduto da Draghi, era intervenuto per far presente che bisognava adeguarsi agli standard internazionali. Lo stesso governatore, nelle sue considerazioni finali del 31 maggio, le ultime del suo mandato, si era soffermato sull’esigenza «di dotare la Vigilanza della possibilità  di rimuovere gli esponenti bancari responsabili di condotte nocive alla sana e prudente gestione». Sullo sfondo c’erano le preoccupazioni sulla gestione del Monte dei Paschi. In particolare le proposte formulate dalla Banca d’Italia sollecitavano il potere di rimuovere i singoli amministratori o l’intero board nel caso di gravi patologie, per avere a disposizione, così avevano spiegato, un continuum di misure di intervento e di rigore. Tali regole, assieme alle disposizioni, derivanti dall’attuazione di una direttiva europea, di mettere tetti alle retribuzioni e ai superbonus dei top manager del credito nel caso di difficoltà  del gruppo bancario, erano state inserite in due riprese nel decreto per lo Sviluppo e nel Milleproroghe ma erano state stralciate all’ultimo minuto dal governo di allora, guidato da Silvio Berlusconi con Giulio Tremonti ministro dell’Economia. Era intervenuto lo stesso Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per sollecitare il ripescaggio delle «importanti» norme, ma anche la richiesta del Quirinale era caduta nel vuoto. Solo dopo due incontri burrascosi a metà  novembre sempre del 2011 — all’indomani del passaggio di testimone da Draghi a Ignazio Visco — la Banca d’Italia riusciva a far dimettere il direttore generale del Mps, Antonio Vigni e ad impostare il ricambio del consiglio presieduto da Giuseppe Mussari. Dei poteri di removal, se ne sta riparlando solo in questi giorni.


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