La crisi di governo in Tunisia
Il partito di governo tunisino Ennhada si è opposto alla proposta del suo leader Hamadi Jebali di sciogliere il governo in carica e formarne uno nuovo di unità nazionale. Il vicepresidente di Ehnnada, Abdelhamid Jelassi, ha detto che Jebali non si è consultato con il partito prima di fare l’annuncio, e ha sostenuto che il paese ora ha bisogno di avere un governo politico, e non tecnico come suggerito da Jebali.
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In seguito all’uccisione a Tunisi avvenuta mercoledì 6 febbraio di Chokri Belaà¯d, il leader dell’opposizione di sinistra del Fronte Popolare, e alle manifestazioni di protesta nella città , il primo ministro della Tunisia ha annunciato le dimissioni del proprio governo per formarne uno nuovo di unità nazionale. Nel corso di un discorso tenuto alla nazione, Hamadi Jebali, del partito islamico moderato di Ennahda, ha spiegato che il nuovo governo sarà formato da un gruppo di tecnici e che avrà il compito di guidare il paese fino alle prossime elezioni, da tenersi “il prima possibile”. In precedenza il primo ministro aveva provato ad attuare un rimpasto di governo, senza però mettere d’accordo i partiti.
A Tunisi mercoledì diverse centinaia di manifestanti sono scese in piazza per protestare contro l’assassinio di Belaà¯d, ucciso con alcuni colpi di pistola mentre stava uscendo di casa. I sostenitori di Belaà¯d si sono scontrati con la polizia, che ha utilizzato i gas lacrimogeni e ha effettuato alcune cariche per disperdere la folla. Decine di persone sono state arrestate dagli agenti per una serie di accertamenti. Quattro gruppi di opposizione, tra i quali anche il Fronte Popolare, hanno annunciato di volere lasciare il Parlamento e hanno chiesto uno sciopero nazionale.
Come spiegano su Al Jazeera, Belaà¯d negli ultimi mesi era stato molto critico nei confronti del governo tunisino e di alcuni partiti che lo sostenevano, a partire da Ennahda, il primo partito del paese, di orientamento islamista moderato. Aveva anche denunciato la scarsa attenzione delle forze dell’ordine per fermare le violenze e le scorribande degli ultraconservatori, che avevano preso di mira diverse iniziative culturali ritenute non conformi alla loro stretta interpretazione dell’Islam.
Il presidente tunisino, Moncef Markouzi, ha interrotto il proprio viaggio in Francia e ha cancellato la visita in Egitto programmata per giovedì 7 febbraio. Ha annunciato che la Tunisia continuerà a “combattere contro i nemici della rivoluzione” e a contrastare chi vuole impedire la pacifica transizione del potere nel paese.
foto: Hamadi Jebali (FETHI BELAID/AFP/Getty Images)
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