LA LEGGE FINI VA ALLA CONSULTA

Loading

Nel giudizio di appello, svoltosi il 28 gennaio, il difensore delle ragazze ha eccepito la incostituzionalità  della legge e la corte di appello gli ha dato ragione.
La decisione è molto importante perché ritiene che la Fini-Giovanardi contrasta con la Costituzione sotto tre profili.
Anzitutto perché è stata inserita come «maxiemendamento» al decreto-legge sulle Olimpiadi invernali del 2006, che con la droga non avevano nulla a che fare.
A questo proposito la Corte romana si rifà  ad alcune sentenze della Consulta, che hanno ripetutamente bocciato altri decreti-legge proprio perché il Parlamento li aveva approvati stravolgendone il contenuto.
I giudici romani sottolineano poi la assurdità  della equiparazione di droghe «pesanti» e «leggere», di cui «va rilevata la modestia degli effetti negativi sull’organismo, non differenti da quelli che provocano alcool o nicotina». Perciò, dicono i giudici, comminare per la «cannabis» le stesse pene previste per gli oppiacei è irrazionale e contrasta con l’articolo 3 della Costituzione, che non consente di trattare allo stesso modo fatti fra loro così diversi.
Infine, secondo i giudici, la legge Fini-Giovanardi viola anche la legislazione europea perché «unificando la pena prevista sia per le droghe leggere che per le droghe pesanti» non si è attenuta ad una decisione del 2004 del Consiglio della Unione Europea.
Ora la palla passa alla Consulta, cui spetta di spazzare via una legge assurda che contribuisce quotidianamente al sovraffollamento delle carceri che tutti deprecano.
Auguriamoci che la decisione arrivi in tempi brevi, a meno che non sia il prossimo Parlamento a liberarci ancor prima di una delle peggiori mostruosità  dell’era fini-berlusconiana.
Nel frattempo nessun giudice rispettoso della Costituzione può continuare ad infliggere condanne in base ad una legge che una corte di appello della Repubblica ha dichiarato illegittima.


Related Articles

Stage di Stato. «Non è una fatalità ma un omicidio. Basta scuola-lavoro»

Loading

Il lutto, e la rabbia, degli studenti per la morte di Giuliano de Seta 18 anni: «Non bastano più le parole. Basta con questo orrore». Giuseppe aveva cominciato da pochi giorno lo stage all’azienda metallurgica Bc Service

“Ecco come hanno lasciato morire Saidou”

Loading

Brescia, in un video l’agonia in caserma del senegalese. L’avvocato: riaprire le indagini.   L’uomo venne ucciso da un attacco d’asma “Nessuno lo ha soccorso”

I pestaggi nel carcere di Vicenza e la sorte di Dimitri Alberti

Loading

Diritti umani. Che fine ha fatto l’uomo picchiato dai carabinieri, caso per il quale la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia?

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment