E il premier cerca l’asse con Hollande

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PARIGI — All’Eliseo il presidente Hollande e il premier Monti parlano di budget Ue, ma a tre settimane dal voto italiano tutto assume un valore anche elettorale. Per il Professore è il momento di giocare la carta della stima di cui gode in Europa, e nella sua dichiarazione Hollande usa subito toni che esulano dal vertice Ue di giovedì e venerdì prossimi: «Signore e signori, ho ricevuto una nuova volta Mario Monti — esordisce il presidente —: dico “nuova volta” perché da ormai più di otto mesi i nostri contatti e incontri si sono moltiplicati, e devo dire che la cooperazione tra la Francia e l’Italia sui temi europei, ma non solo, è di un livello eccezionale».
Naturalmente Hollande si guarda bene da un endorsement esplicito — tra l’altro quello di Merkel a Sarkozy non portò fortuna —, ed è fuori questione fare uno sgarbo a Pier Luigi Bersani, parte della stessa famiglia della sinistra europea alla quale appartengono i socialisti francesi. Ma è indubbio che, in una fase così delicata in Italia, il presidente francese spende parole non scontate e non protocollari a favore dell’ospite.
La cooperazione di livello eccezionale dipende secondo Hollande «dalla nostra relazione personale, certamente, e dalle scelte politiche che abbiamo preso a favore della crescita e della stabilità ». Il primo Consiglio europeo sul budget a novembre fallì per l’inedita alleanza tra Germania e Gran Bretagna, e nell’avvicinarsi del secondo tentativo a Bruxelles Hollande vuole ricordare che Francia e Italia — con lui e Monti alla guida — sono state dalla stessa parte, anche e soprattutto nei momenti decisivi.
«L’Italia ha sostenuto il patto per la crescita che avevo proposto a giugno — sottolinea il presidente francese —, e Monti è stato tra coloro che hanno insistito perché trovassimo dei meccanismi in favore dei Paesi bisognosi. Risultato: esiste oggi nella zona euro una fiducia che deve essere sottolineata. I mercati hanno salutato, persino con eccesso se guardiamo il livello dell’euro (rispetto al dollaro ndr), questa fiducia che accordano ai Paesi membri. Francia e Italia hanno compiuto poi molti sforzi in materia di controllo dei conti pubblici e di sostegno all’innovazione e alla competitività , sforzi che contribuiscono a spiegare questo risultato». In sostanza, per Hollande nella crisi dell’euro il peggio è passato, e questo lo si deve in gran parte alla sua Francia e all’Italia di Mario Monti.
Le elezioni italiane vengono poi evocate direttamente, quando Hollande ringrazia l’Italia per l’appoggio politico alla missione in Mali: «Per ragioni che tutti possono comprendere, ci sono le elezioni alle porte, in Italia non è stato possibile inviare gli istruttori incaricati di addestrare le forme armate del Mali, ma quel che conta in questo momento è il sostegno politico e l’ho ricevuto ancora una volta dall’Italia».
Dopo un’introduzione così lusinghiera tocca a Monti parlare, e il premier italiano ringrazia Hollande per «la disponibilità  a incontrarmi la domenica pomeriggio, benché sia di ritorno dal suo importante, complicato, coraggioso viaggio in Mali». Monti ricorda di avere incontrato nei giorni scorsi a Bruxelles i presidenti Van Rompuy (Consiglio europeo) e Barroso (Commissione), e a Berlino la cancelliera Merkel, in vista di un vertice sul budget che dovrà  tenere conto del fatto che nel 2011 l’Italia è diventata il primo contributore netto dell’Unione, nonostante sia stata colpita dalla crisi più di altri. Anche Monti insiste sulla relazione speciale con Hollande (Sarkozy se ne farà  una ragione): «Da quando lei è diventato presidente, la collaborazione strettissima tra Francia e Italia si è distinta per visione comune».
Le condizioni per un accordo sul budget «non ci sono ancora», dice il presidente francese, ma all’Eliseo ieri Hollande e Monti si sono promessi reciproco sostegno, non solo a Bruxelles.


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