Pollari prosciolto per l’archivio dei dossier

Loading

ROMA — Impossibile stabilire se, nella realizzazione dell’archivio segreto rintracciato in un edificio affittato dai servizi in via Nazionale (luglio 2006), vi sia stato un profilo di peculato. Se, insomma, con l’attività  di dossieraggio nei confronti di politici, magistrati, personalità  e giornalisti, si sia fatto un uso illecito di denaro pubblico.
Per Carla Maria Giangamboni, giudice per le udienze preliminari di Perugia, il fatto non sussiste ed è impossibile procedere nei confronti dell’ex numero uno del Sismi Niccolò Pollari come del funzionario Pio Pompa. L’«esistenza del segreto di Stato» confermata dal governo di Mario Monti come già  dai suoi predecessori, restringe la via della procedibilità .
E infatti il giudice proscioglie Pollari — tuttora a processo per il rapimento dell’ex imam di Milano Abu Omar — e il suo funzionario, Pio Pompa, per l’oscura vicenda dell’archivio segreto di via Nazionale. Il segreto di Stato si estende anche all’attività  dell’agente «Betulla» alias Renato Farina, che pochi mesi fa, da deputato Pdl, ha ammesso di aver scritto l’articolo sul magistrato Giuseppe Cocilovo, valso ad Alessandro Sallusti la recente condanna al carcere per diffamazione.
Quanto al reato di violazione di corrispondenza, ipotizzato dal pm Sergio Sottani, il reato è prescritto. Pompa resta a giudizio, ma solo per possesso di cd e dvd che secondo l’accusa «nell’interesse della sicurezza dello Stato» avrebbero dovuto rimanere segrete.
Già  archiviato il procedimento che presumeva la violazione della privacy, finisce in archivio anche il peculato.
Si comprende quindi la soddisfazione di Pollari che, difeso da Nicola Madia, dopo essersi dichiarato sempre estraneo ai fatti, ha dichiarato: «Opero per l’amministrazione da 50 anni e non si può bluffare così a lungo. Mi sono rimesso alla legge, prima di tutto, e poi alla valutazione dei magistrati. E questo è l’esito».
Impossibile stabilire i profili dell’illecito dietro la realizzazione di quell’archivio segreto nelle (ben) 11 stanze a disposizione degli agenti dell’allora Sismi. L’ipotesi di peculato che era stata formulata inizialmente dal procuratore aggiunto di Roma Pietro Saviotti fu poi condivisa da Sottani (l’inchiesta si trasferì a Perugia quando emerse che tra le parti offese c’erano dei magistrati romani). Il magistrato di Perugia, nella sua richiesta di rinvio a giudizio, parla di appropriazione «di somme, risorse umane e materiali del Servizio» che venivano utilizzati «per scopi palesemente diversi da quelli istituzionali». Laddove per istituzionali, secondo Sottani deve intendersi la funzione svolta dai servizi a favore della sicurezza nazionale. E non certo della raccolta di informazioni riservate su uomini e associazioni. Fra le parti civili oltre alle associazione di giuristi europei Medel e l’organizzazione antifrode Olaf, i magistrati Giovanni Salvi, Domenico Gallo, Giuseppe Bronzini, Giovanni Cannellam, Marco Patarella e Amelia Torrice della Corte d’Appello di Roma.
Ma la coperta del segreto di Stato è estesa all’organizzazione dell’attività , al budget destinato per la sua realizzazione, all’inquadramento della collaborazione di Pio Pompa con l’allora Sismi e ai cosiddetti interna corporis (fondi e finalità ) da tutelare. I margini per procedere sono stretti, da qui probabilmente la decisione della Gamboni.
Deluso l’avvocato di parte civile Dario Piccioni: «Questa sentenza conferma che esistono zone di impunità  anche rispetto a comportamenti che sono al di fuori delle finalità  istituzionali dei servizi».


Related Articles

Cooperative in crescita, boom di occupati in quelle sociali

Loading

 Rapporto Censis. Con quasi 80 mila imprese, il mondo della cooperazione mostra più vitalità  rispetto al resto delle aziende italiane. Dal 2007 al 2011 l’occupazione è aumentata, grazie soprattutto alle coop sociali: +17,3%

Donne in cerca di giustizia, in marcia a Roma per l’amnistia

Loading

In prima fila, al fianco dei leader radicali Marco Pannella, Emma Bonino, Rita Bernardini e Irene Testa, animatori principali della «Seconda marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà » che ha sfilato ieri dal carcere di Regina Coeli e per i vicoli del centro storico di Roma, ci sono molti volti di donne.

Rapporto Istat. Otto milioni di poveri, la metà non riesce a comprarsi il cibo

Loading

Rapporto Istat. Italia fanalino di coda per occupazione e pil pro capite. E per la sanità pubblica investiamo meno di Germania e Francia. Il governo firma un memorandum che lo impegna verso chi ha meno. Camusso: «Servono più risorse»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment