Via libera al riccometro più severo per selezionare chi accede al welfare

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ROMA – Arriva il nuovo «riccometro» e criteri più severi per beneficiare degli sconti e dei servizi gratuiti del Welfare a partire da quest’anno. Il governo Monti, ancora in carica per l’ordinaria amministrazione, ha deciso di porre all’ordine di giorno della riunione di oggi la riforma dell’Isee, cioè dell’indicatore della situazione economica equivalente, la «denuncia dei redditi parallela» che serve per accedere alle prestazioni sociali e che considera redditi, patrimoni immobiliari e rendite finanziarie. L’esecutivo ha deciso di procedere attraverso una «deliberazione motivata», che può essere adottata dopo un mese dal mancato accordo con le Regioni che volevano un intervento più morbido sui criteri di calcolo.
Nel maggio dello scorso anno, quando il governo tentò il varo del decreto sulla base delle indicazioni del provvedimento «Salva Italia» della fine del 2011, furono i sindacati a bloccare l’operazione che avrebbe toccato in quella occasione anche le pensioni di invalidità . Ora la strada sembra in discesa anche se ieri sera si registravano ancora alcune perplessità  sul fronte delle Regioni. «Ora abbiamo fatto un paio di giri di tavolo con tutti i soggetti», ha rassicurato il sottosegretario al Welfare, Maria Cecilia Guerra. «Abbiamo ascoltato Comuni, Province e Regioni, sindacati e lavoratori autonomi, associazioni no profit e rappresentative del mondo della disabilità . E – ha aggiunto – abbiamo accolto alcune delle indicazioni, ovviamente facendo poi una sintesi».
Il decreto prevede di rivedere le modalità  di calcolo dell’Isee (strumento che esiste dal 1998) e che viene richiesto attualmente per accedere ad una serie di prestazioni di Welfare: asili nido, assistenza domiciliare, diritto allo studio universitario, libri di testo gratuiti, assegni di maternità , assegni per i nuclei familiari con almeno tre figli. Nonostante l’assonanza il riccometro-Isee non ha niente a che vedere con il redditometro dell’Agenzia delle entrate che è uno strumento di accertamento presuntivo del reddito sulla base del tenore di vita e dei consumi.
Il calcolo dell’Isee, che oggi comprende oltre all’imponibile Irpef anche il patrimonio mobiliare e immobiliare, sarà  rivisto facendo pesare maggiormente alcune componenti: conteranno di più le rendite finanziarie sottoposte ad un calcolo più oneroso (legato al rendimento figurativo dei titoli di Stato decennali); la casa sarà  calcolata in base alle nuove pesanti rivalutazioni delle rendite catastali dell’Imu pari al 60 per cento; inoltre all’interno del computo del nuovo Isee confluiranno anche altre entrate esenti dall’Irpef del nucleo familiare come le pensioni sociali, le pensioni di invalidità  e gli assegni familiari. Restano a comporre il reddito naturalmente entrate come gli affitti.
Per evitare che il passaggio al nuovo Isee sia troppo severo per i contribuenti la riforma del «riccometro» introduce anche una serie di «sconti» su vari versanti. Al reddito lordo possono essere sottratti gli assegni per il mantenimento dei figli o del coniuge; fino a 5 mila euro per le spese dei disabili; oltre a una quota del 20 per cento del reddito da lavoro dipendente. Presente anche nel caso di abitazione di proprietà  una franchigia di 5.000 euro di base cui si aggiungono 500 euro per ogni componente ulteriore del nucleo familiare. Prevista inoltre una franchigia di 7.000 euro per chi vive in affitto. Come nel vecchio Isee rimarrà  anche la possibilità  di detrarre le rate di un mutuo residuo.
Ovviamente nelle intenzioni del governo i risparmi di spesa ricavati dall’operazione dovrebbero essere riversati all’aumento del fondo sociale a disposizione del ministero del Welfare che come hanno denunciato i sindacati è stato oggetto negli ultimi quattro anni di tagli considerevoli.


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