Debito Usa, tetto esteso fino a maggio

Loading

I repubblicani hanno rinunciato al loro diktat precedente e hanno votato ieri alla Camera (dove sono maggioritari) per “sospendere” il tetto del debito federale. Per soli tre mesi, però. A maggio, teoricamente Washington sarà  daccapo. Il Tesoro avrà  esaurito nuovamente la sua capacità  di finanziarsi emettendo nuovi titoli sui mercati, e dovrà  tornare a chiedere l’autorizzazione al Congresso. I tre mesi di rinvio però sono un segnale politico importante: la destra batte in ritirata, lentamente abbandona i capisaldi della sua intransigenza. È il risultato di rapporti di forza più favorevoli a Obama dopo le elezioni di novembre. Nel 2011, quando i repubblicani avevano il vento a favore e il movimento anti-Stato del Tea Party occupava la scena, usarono il tetto del debito come un ricatto. Gli Usa sfiorarono il default, perché il Tesoro era quasi arrivato all’impossibilità  tecnica di rifinanziarsi sui mercati. Il risultato fu un downgrading del rating sovrano degli Stati Uniti da parte di Standard & Poor’s, un’umiliazione senza precedenti. Nel 2013 la Casa Bianca ha deciso di non subire ricatti. Obama ha ripetuto più volte che il tetto del debito «non è negoziabile», anche perché se il debito federale sale è per effetto di spese che il Congresso ha già  votato. Negare al Tesoro l’autorizzazione a finanziarsi, ha detto Obama, «è come rifiutarsi di pagare il conto dopo aver consumato». La ritirata della destra ora rinvia di fatto al 19 maggio la “resa dei conti” che doveva essere a marzo. Tuttavia con l’arrivo della primavera ci sarà  un’altra scadenza cruciale: il 27 marzo scade il rinvio di tre mesi dei tagli alla spesa pubblica, rinvio concordato a Capodanno fra Obama e il Congresso per evitare il cosiddetto “precipizio fiscale”. A Capodanno Obama riuscì a far passare nuove tasse sui ricchi. A marzo, in cambio dei tagli alla spesa pubblica che dovranno riguardare anche il Medicare (assistenza sanitaria pubblica agli anziani) e la Social Security (pensioni), i democratici vorranno ottenere nuove misure fiscali redistributive. Il prossimo obiettivo, che sarà  inserito in un disegno di legge della maggioranza democratica al Senato, è affrontare l’elusione fiscale delle imprese. Un reportage del
Wall Street Journal ha chiamato in causa tutte le multinazionali Usa, da Google a Microsoft, che tengono 1.700 miliardi di cash nelle filiali estere per sottrarli all’imposizione fiscale negli Stati Uniti.


Related Articles

Polveriera Cina e riflessi condizionati

Loading

L’irrigidimento del potere cinese e le rivolte del gelsomino

È solo questione di tempo. Una “rivoluzione del gelsomino” sta per scoppiare in quella “polveriera” che è la Cina.

Iran, 700 manifestazioni pro Palestina

Loading

Iran. Khamenei. «La resistenza armata è l’unica soluzione»

GLI INTERESSI DI BERLINO

Loading

«CAPISCO le ragioni di Angela Merkel, che ha le elezioni a settembre prossimo».«Ma Francia e Germania hanno una responsabilità  comune nei confronti dell’Europa. E quando l’Europa non va avanti, inevitabilmente va indietro». Il presidente francese Francois Hollande attribuisce l’ennesimo colpo di freno che la Cancelliera sta cercando di dare sull’Unione bancaria a motivi di politica interna tedesca. Ha ragione, ma solo in parte. Questa volta, infatti, a spiegare l’improvviso dietro-front della Bundeskanzlerin non è il timore di concedere vantaggi elettorali all’opposizione socialdemocratica, ma la paura di perdere il sostegno non solo dei suoi alleati liberali e cristiano-sociali, ma del suo stesso partito, la Cdu.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment