Carcere: cala il fenomeno delle “porte girevoli”, aumentano i detenuti ai domiciliari

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ROMA – Nella relazione 2012 sulla giustizia inviata dal ministro Paola Severino alle Camere, diversi sono gli spunti da evidenziare.

“Porte girevoli” e misure alternative. La relazione ricorda che nel 2012 sul terreno normativo “si sono combinate misure dirette ad affrontare l’emergenza, allentando la tensione detentiva, e interventi di lungo periodo volti a rivedere il catalogo delle pene principali e a innovare il panorama delle misure alternative alla detenzione”.
Nella prima prospettiva si colloca il decreto cosiddetto “Salva carceri”, con cui si è voluto incidere sul fenomeno delle “porte girevoli” (il transito in carcere di soggetti per un breve lasso di tempo: 3/5 giorni) e si è esteso l’ambito di operatività  dell’istituto dell’esecuzione domiciliare della pena (innalzando da 12 a 18 mesi il limite di pena di riferimento). “Per effetto della prima misura – si legge nella relazione – si è registrata un’importante diminuzione delle persone interessate al fenomeno delle ‘porte girevoli’: si è passati dal 27 per cento nel 2009 al 13 per cento al 31 ottobre 2012”.
Allo stesso modo, “l’ampliamento della detenzione presso il domicilio ai sensi della legge n.199/2010 ha comportato un sensibile incremento dei detenuti beneficiari della misura, pari oggi a 8647 detenuti, di cui 2393 stranieri”.
Nel complesso si è avuta, “per la prima volta negli ultimi anni”, una progressiva riduzione della popolazione detenuta, passata da 68.047 al 30 novembre 2011 ai 66.888 del 31 ottobre 2012.

Taglio ai Tribunali: risparmi per 55 milioni
. La riforma della “Geografia giudiziaria”, sottolinea la relazione, “consentirà  risparmi di spesa significativi (stimabili in circa 55 milioni di euro per il 2012 e 95 milioni di euro per gli anni successivi) ma soprattutto assicurerà  rilevanti benefici in termini di maggiore efficienza ed efficacia degli uffici”.

Calano spesa per le intercettazioni e intercettati. “L’analisi delle spese di giustizia mostra una lieve diminuzione del costo delle intercettazioni (-4,6 per cento nel 2011) per le quali si beneficia ancora della norma contenuta nella finanziaria del 2010 che ha azzerato i costi per la produzione dei tabulati da parte delle compagnie telefoniche. Si registra inoltre una riduzione anche nel numero dei ‘bersagli telefonici’ intercettati (-3%)”.

Aumentano i procedimenti penali, calano i procedimenti civili. “Il numero complessivo di procedimenti penali pendenti presso gli Uffici giudiziari è aumentato del 2,2 per cento rispetto al precedente anno giudiziario. Nello specifico,
gli uffici giudicanti hanno registrato un aumento dei dibattimenti mentre gli uffici requirenti hanno evidenziato una lieve diminuzione delle pendenze (-0,2% per cento)”. Si rileva inoltre che in media, tutti gli Uffici giudiziari giudicanti e requirenti di primo grado hanno registrato un numero inferiore sia di iscrizioni (-3 per cento) ma anche di definizioni (-2,2 per cento) nell’ultimo anno giudiziario 2011-2012, rispetto al precedente.

“La maggior parte delle misure introdotte per ridurre il numero dei procedimenti civili richiederà  tempo per produrre effetti significativi e stabili”, si afferma nella relazione. Ma, si precisa, “alcuni effetti delle misure adottate negli ultimi anni in materia di giustizia sono peraltro già  visibili”.
La relazione spiega infatti che “è proseguita la riduzione degli affari pendenti presso tutti gli Uffici: erano 5.922.674 a giugno 2009, sono 5.488.031 a giugno 2012. La contrazione è del 3,5 per cento nei Tribunali (soprattutto nella cognizione civile e nella previdenza), dell’1,3 per cento nelle Corti d’Appello (dovuta soprattutto alla previdenza e, in parte, all’equa riparazione), del 7 per cento negli uffici del Giudice di Pace (per effetto della ulteriore riduzione delle opposizioni a sanzioni amministrative). Il calo è associato in buona parte alla riduzione nelle iscrizioni – pari al 10,4 per cento negli ultimi due anni (che peraltro ha visto una
riduzione anche nelle definizioni, del 6,8 per cento) –  legata alle ricadute dei diversi interventi relativi alla soluzione di alcune controversie in materia previdenziale, all’incremento del contributo unificato in alcune materie, all’introduzione della mediazione civile obbligatoria.

Si allunga la durata media dei processi. Si legge nella relazione: “L’incremento delle pendenze nel settore penale incide negativamente sulla durata media prevedibile dei
processi che fa registrare un allungamento dei tempi, piuttosto limitato in primo grado (342 giorni nel 2011 contro 326 nel 2010) e in Cassazione (218 giorni nel 2011 contro 204 nel 2010). Più significativo in Corte d’Appello che si conferma il vero ‘collo di bottiglia’ del sistema (947 giorni nel 2011 contro 839 nel 2010)”.

 

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