Clochard muore nel salotto di Napoli e al bar si continua a bere caffè

Loading

NAPOLI — Avvolto nella sua coperta beige lentamente si spegne nella notte, sotto il colonnato della galleria Umberto I°, a pochi passi dal prestigioso teatro San Carlo. La mattina dopo il suo corpo è circondato da poliziotti per i rilievi. Un clochard è morto per strada. Ad appena qualche metro di distanza, dietro le colonne, ai tavolini del bar si sorseggia il primo caffè della giornata. Il pilastro di marmo divide due mondi, quello dell’espresso caldo e cornetto del tutto indifferente alla triste storia del senzatetto. Qualcuno passa e guarda, chiede cosa è successo e tira via. Risuonano le parole che il ballerino Roberto Bolle aveva “cinguettato” un anno fa. Aveva visto i barboni addormentati sotto il colonnato e aveva scritto su Twitter: «I senzatetto che s’accampano e dormono sotto i portici del teatro San Carlo, gioiello di Napoli, sono un emblema del degrado di questa città . Scena mai vista davanti a nessun teatro né in Italia né all’estero».
Povertà  e indifferenza metropolitana. Ma la storia di Franco Iervolino, senzatetto di 67 anni, è anche fatta di paura. Terrore di venire aiutato. Da ventiquattro ore stava scappando dalla salvezza.
Dalle cure mediche e da un caldo ricovero in ospedale, da una terapia per le difficoltà  respiratorie. Fuggiva da ambulanze e medici, persone che lo conoscevano e volevano aiutarlo a tutti i costi. Suo malgrado. Si spostava da lunedì mattina Franco Iervolino, conosciuto dai residenti di Chiaia come Franco ‘o tronco, perché il suo abituale rifugio notturno era dietro a un albero segato per metà  alla Riviera di Chiaia. Da lì era scappato ed era andato alla galleria Umberto I, dove si raccolgono altri senzatetto come lui, per trascorrere le notti fredde riparati dal colonnato di fronte al teatro San Carlo. Finalmente tranquillo, avvolto nella sua coperta.
Lunedì si era sentito male a “casa sua”, alla Riviera di Chiaia. Era arrivata l’ambulanza ma lui non aveva voluto salire a bordo nonostante la crisi respiratoria. Il pomeriggio altro malore. Torna l’ambulanza, gli addetti notano una palpebra semi chiusa. C’è un problema neurologico. Il clochard a questo punto grida: «Mi vogliono rinchiudere», fugge verso la galleria Umberto I. Lì si stende per terra nella notte con altri senzatetto, muore probabilmente perché le sue condizioni si aggravano anche per il freddo. La mattina dopo è uno dei suoi compagni che si accorge di quanto è successo e chiede aiuto. Arriva la polizia, solleva la coperta e scopre il corpo senza vita di Franco. A pochi passi, il viavai di chi va a lavorare e di chi si ferma per bere un caffè al bar accanto. Tornano alla memoria le parole di Roberto Bolle.
«Siamo addolorati per quanto successo — dice il sindaco Luigi de Magistris — ma avevamo cercato di aiutarlo». Fa riferimento ai due soccorsi mancati. Per Franco è stata disposta l’autopsia. Nessun familiare, unica traccia un arresto nel ‘75 a Padova. Poi la vita per strada. È il terzo clochard a morire in strada tra Napoli e provincia tra la fine del 2012 e l’anno nuovo. Indifferenza e abbandono, come quando, appena venti giorni fa, un clochard è morto per il freddo nella sala d’attesa esterna all’ospedale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.


Related Articles

I 900 milioni che tutti vogliono: ecco le tre priorità  del Welfare

Loading

Trattative febbrili sull’utilizzo del denaro gestito da Palazzo Chigi, che sarà  vincolato “a fini sociali”. Il ministero punta ai fondi politiche sociali, non autosufficienza (compresa la sla), minori stranieri non accompagnati. Ma il risultato è aperto

“No alle celle nelle questure non abbiamo le strutture e soprattutto il personale”

Loading

 Enzo Letizia, leader dei funzionari di Polizia: un colpo di grazia. Servono 68 mila turni di servizio l’anno per il piantonamento, vuol dire non fare più il controllo del territorio 

Razzismo. Condanna con sconto a 16 anni per l’assassino di Idy Diène

Loading

Con lo sconto di un terzo della pena dovuto al giudizio abbreviato, l’ex tipografo Roberto Pirrone è stato condannato per l’omicidio volontario dell’ambulante senegalese

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment