Ragazze e bambine pagano il prezzo più alto della crisi economica globale
BRUXELLES – Sono le ragazze giovani e le bambine a pagare il prezzo più caro dell’attuale crisi economica globale. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato oggi dall’organizzazione per i diritti dei bambini Plan International e dal thinktank Overseas Development Institute (ODI) secondo cui la povertà , la malnutrizione, la mortalità infantile e la mancanza di educazione è in aumento in maniera molto più sensibile fra le donne che fra gli uomini.
A ogni punto in meno di produttività in un paese, secondo lo studio, corrisponde un aumento medio della mortalità infantile fra le bambine sotto i cinque anni di cinque volte più grande rispetto ai bambini. In pratica, al decrescere del prodotto interno lordo, mentre la mortalità infantile fra i maschi cresce di 1,5 casi su mille, quella fra le femmine cresce di ben 7,4. E, se i bambini che non completano le scuole primarie sono il 22%, le bambine arrivano al 29% perché molto spesso sono ritirate da scuola per svolgere i lavori domestici.
Inoltre le giovani donne, a causa dei tagli alla spesa pubblica relativi alla salute, sono più a rischio di rimanere incinta da minorenni e spesso mangiano meno per riservare il minor cibo a disposizione ai maschi, che sono considerati quelli che guadagnano il pane per la famiglia. In aumento anche i matrimoni che vedono come protagoniste le bambine, perché i genitori vedono le femmine come bocche da sfamare mentre i maschi sono visti come braccia buone per lavorare.
Infine le giovani donne fra i 14 e i 19 anni hanno più difficoltà di accesso al mercato del lavoro rispetto ai pari età uomini, godono di meno protezione sociale, sono più spesso vittime di abusi e violenza, hanno un maggior numero di gravidanze a rischio e vedono i propri diritti fondamentali più violati.
Nigel Chapman, chief executive di Plan International, ha dichiarato che il mondo sta fallendo nel proteggere le bambine e le giovani donne.
Il rapporto è stato lanciato oggi, in coincidenza con l’inizio del Forum Economico Mondiale a Davos, perché i leader delle economie più ricche sappiano e comincino a fare qualcosa. Chapman ha spiegato che “se si vuole invertire questa preoccupante tendenza e chiudere il gap che penalizza donne e bambine, bisogna garantire a queste ultime una maggior protezione sociale e un miglior accesso a istruzione e lavoro. Non ci sorprendiamo che siano le donne le più vulnerabili in tempi di crisi”, Chapman conclude, “ma che siano più a rischio per quanto riguarda la mortalità infantile, che abbiano un’aspettativa di vita ridotta rispetto agli uomini e che non godano di pari opportunità è preoccupante”. (Maurizio Molinari)
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