La Francia: «Possibile l’intervento di truppe di Paesi europei in Mali»

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BRUXELLES — L’esasperazione della situazione in Mali ha convinto l’Unione Europea ad approvare d’urgenza l’invio sul posto di una missione per l’addestramento dell’esercito locale, che di fatto diventa anche un appoggio all’intervento militare lanciato la settimana scorsa dalla Francia contro i ribelli integralisti islamici insediati nella parte Nord del Paese. Ma nel Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri dell’Ue, a Bruxelles, è emersa anche la disponibilità  di alcuni governi a impegnarsi con l’invio di truppe e armamenti. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha affermato che «è possibile che dei Paesi europei decidano di contribuire non solo con il sostegno logistico, ma anche mettendo a disposizione dei soldati».
Per ora il Consiglio Ue ha dato il via libera alla dislocazione nella capitale Bamako e nella zona a Sud di circa 400-500 europei, di cui 200 istruttori, nell’ambito dell’operazione denominata Eutm (European union training mission). Indicativo è che a capo di questa missione sia stato nominato un generale francese, Franà§ois Lecointre, invitato dall’Europa a mandare una «prima squadra tecnica a Bamako entro i prossimi giorni» per poi rendere operativo l’intervento europeo «al massimo entro la metà  di febbraio». L’addestramento avverrà  nella zona Sud, lontano dalle zone di guerra a Nord.
L’Ue ha deciso di riservare 50 milioni di euro per gli aiuti non militari alla missione a guida africana di sostegno al Mali, valutando la possibilità  di una mobilitazione complessiva intorno a 250 milioni. Nel Paese attualmente si concentrano alcune delle popolazioni più povere dell’intera Africa, che possono risultare facilmente condizionabili dai messaggi estremisti.
Fabius ha sostenuto che, se la Francia non fosse intervenuta militarmente, il Mali «sarebbe diventato uno Stato terrorista». La responsabile della politica estera e di sicurezza dell’Ue, la britannica Catherine Ashton, ha confermato di aver constatato nel Consiglio a Bruxelles che «sono molti i Paesi che hanno offerto sostegno logistico alla Francia, non escludendo nemmeno quello militare». Il Regno Unito ha già  fatto trapelare la disponibilità  a un forte appoggio al governo di Parigi. Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha confermato l’invio di aerei militari per il trasporto delle truppe. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha annunciato l’orientamento favorevole al «sostegno logistico» dei tre partiti che sostengono l’attuale governo tecnico. Ha specificato che il contributo italiano dovrebbe concretizzarsi in «24 addestratori» e «nel trasferimento di materiali e nella concessione di basi», ma esclude «un intervento militare diretto» in Mali.
Al Consiglio a Bruxelles ha partecipato il ministro degli Esteri maliano, Tieman Coulibaly, che ha indicato la presenza nel suo Paese di gruppi estremisti islamici legati all’organizzazione Al Qaeda come una «minaccia globale». Coulibaly ha detto che queste «forze oscurantiste, jihadiste, con officine del narcotraffico, si sono insediate dappertutto nella nostra regione». Proprio l’avanzata di ribelli islamici nell’area del deserto del Sahara, che puntano a espandersi in tutto il Nord Africa, ha convinto l’Europa ad accelerare il suo intervento. Una ulteriore spinta è arrivata dopo che il gruppo armato islamico ha preso in ostaggio addetti stranieri e locali nel sito per il gas nel deserto dell’Algeria, chiedendo in cambio il ritiro della Francia dal Mali.
Fabius ha dichiarato che tutti i ministri «senza eccezioni, hanno sostenuto l’azione della Francia». Il responsabile del Quai d’Orsay ha aggiunto di aspettarsi il massimo sostegno non solo dall’Ue, ma anche da «Usa e Canada» perché «il narcoterrorismo è un pericolo per tutti».
Ivo Caizzi


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