Francia, battaglia sulle nozze gay il fronte cattolico si mobilita

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PARIGI — Cinquecentomila persone e forse più: la scommessa è ambiziosa, ma la destra e il mondo cattolico possono vincerla. Domenica, Parigi assisterà  a una delle più grandi manifestazioni degli ultimi vent’anni, contro il matrimonio gay e il diritto di adottare bambini accordato alle coppie omosessuali. Uno scontro su un tema di società  dietro cui si cela il tentativo moderato di sfruttare l’impopolarità  di Franà§ois Hollande e del suo governo, accusati, non sempre a torto, di dilettantismo.
Promessa elettorale del leader socialista, il disegno di legge sul “matrimonio per tutti”, come viene pudicamente definito, era atteso e scontato. E tutto lasciava pensare che potesse passare senza scosse: una larga maggioranza dei francesi è favorevole e solo l’adozione per le coppie gay mostra un’opinione pubblica spaccata a metà , mentre la sinistra chiede un provvedimento ancor più libertario, cioè l’autorizzazione per le coppie di donne a ricorrere all’inseminazione artificiale. Le cose, tuttavia, non sono andate lisce come tutti s’immaginavano.
Il primo a lanciare una pietra nello stagno, la scorsa estate, è stato monsignor André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza episcopale transalpina. Spalleggiato dai responsabili delle altre religioni, ha dato il “la” alla mobilitazione del mondo cattolico, che è apparsa subito ben superiore al peso specifico dei credenti nella società  francese, secolarizzata e profondamente laica. Grazie a una presenza senza precedenti su Internet, la “cattosfera” è riuscita a risvegliare le sue truppe. E la destra ha sfruttato con abilità  il movimento: Franà§ois Copé, presidente dell’Ump, ha visto nella voglia di protestare della minoranza cattolica lo strumento per ridar fiato a un’opposizione tramortita dalle sconfitte elettorali della primavera. E ha lanciato l’idea di una manifestazione per domenica prossima, a due settimane dall’inizio della discussione parlamentare sul ddl governativo.
La Chiesa, intesa come istituzione, non parteciperà : monsignor André Vingt-Trois ha detto con chiarezza che non sfilerà  nella capitale. Ma sarà  proprio la mobilitazione del mondo cattolico a ingrossare le fila dei dimostranti. Del resto, le polemiche la riguardano direttamente: una lettera del segretario dell’insegnamento cattolico ai presidi della scuole private (frequentate da due milioni di alunni e al 94 per cento cattoliche) ha suscitato l’ira del ministro della Pubblica istruzione. Secondo lui,
quella missiva mette in discussione la neutralità  della scuola nel dibattito pubblico; secondo la Chiesa, il ministro attacca direttamente la scuola privata. Entrambi hanno fatto un passo indietro per calmare le acque e oggi Hollande, ricevendo le autorità  religiose per i tradizionali auguri di buon anno, tenterà  di chiudere la polemica.
Ma se la Chiesa è all’origine della mobilitazione, è la destra a sperare di raccoglierne i frutti politici. Non senza qualche cacofonia: i leader più moderati esitano a farsi veder tra chi resiste all’evoluzione della società  e dei suoi costumi, Marine Le Pen, pur approvando la protesta, si asterrà  dal partecipare per non sciupare la sua immagine di rinnovatrice del Fronte nazionale. Il matrimonio gay, insomma, rischia di nascondere la vera posta in gioco di domenica prossima: il rapporto di forza politico tra un potere socialista indebolito e una destra ringalluzzita.


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