Pannella al premier: riforma subito la giustizia
«Ti avevo di già comunicato l’ipotesi che, come ti preciserò, accoglievo con interesse positivo di un mio, nostro scegliere la tua coalizione», scrive il leader radicale. «E la scelta conseguente, per le imminenti elezioni. Mi avevi risposto che avresti riflettuto e fatto sapere la tua risposta. L’ho avuta quando hai annunciato “urbi et orbi” quali fossero i tuoi alleati, i tuoi coalizzati». Evidentemente Pannella non ha avuto il riscontro che si aspettava. «Temo che tu non sia stato aiutato a valutare pienamente le nostre, mie storie — non solo italiane — e il conseguente valore di quella ipotesi». Poi il leader si inoltra in un’analisi più politica: «Tu hai qualificato con un binomio — Europa e laicismo — la tua agenda. Dovresti almeno riflettere sugli “agenti” delle “agende”. Sul nostro federalismo militante non puoi, credo, avere dubbi. Noi li abbiamo avuti invece quando di recente tu pubblicamente dichiarasti che gli Stati Uniti d’Europa non ci saranno mai e nessuno ne avrebbe sentito la necessità . Siamo certi che in quella occasione la tua affermazione non esprimeva la sostanza delle tue convinzioni». Pannella passa poi al punto che più gli sta a cuore: la riforma del sistema carcerario e l’amnistia ai detenuti. «Noi chiediamo, esigiamo, qui ed ora, alle elezioni, così come in ogni momento della nostra vita politica e in quella personale, che l’Italia esca dalla assoluta flagranza criminale nella quale da decenni e decenni insiste, persevera nei confronti delle giurisdizioni europee, internazionali e della Costituzione italiana. Noi, caro Presidente, siamo deplorati — incessantemente e a ritmo sempre più incalzante — non solo e non tanto per queste terrorizzanti carceri, quanto per il massacro dell’Amministrazione della Giustizia contro lo Stato di Diritto e i diritti umani dei residenti nel nostro territorio».
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