Ora Bersani lavora alla superlista Pd

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ROMA — Effetto sorpresa. Bersani ce l’ha già  tutto in mente il “listino” — la quota dei garantiti in lista — ma centellina i nomi. «Li tirerà  fuori a uno a uno», dicono i collaboratori del segretario del Pd. Quindi, dopo Piero Grasso, il procuratore Antimafia (e relative polemiche), è la volta di un’altra carta sul tavolo della partita elettorale: Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della sera, esperto di questioni economiche. L’annuncio arriva con un tweet. Enrico Mentana, il direttore del TgLa7, twitta a sua volta: «Mucchetti è un grande giornalista e il Pd è un partito serio. Ma resto della mia idea: per noi giornalisti entrare in politica è un controsenso ». La discussione è aperta.
Poco però interessa al leader democratico, che ha come preoccupazione e obiettivo di mettere in campo una squadra forte che distacchi nelle urne i montiani. Sono molto corteggiati in queste ore i cattolici Emma Fattorini, Alberto Melloni, e la docente di diritto del lavoro Luisa Corazza. Melloni, storico della Chiesa, è il più restio a farsi convincere. «L’importante è non indebolire la presenza dei cattolici nel partito, e mantenere il pluralismo culturale che è la cifra del Pd», osserva Antonello Giacomelli. Ma anche rafforzare la presenza di personalità  della società  civile. Quindi, certi sembrano essere lo storico Miguel Gotor, consigliere di Bersani nella campagna per le primarie; Carlo Galli candidato in Emilia; il filosofo Mario Tronti. Nutrito il gruppetto degli economisti, bisognerà  poi vedere chi resterà  nella rete: tra questi, Emilio Barucci, Massimo D’Antoni, Pietro Reichlin, autore con Aldo Rustichini di una riflessione proprio sul futuro della sinistra (“Pensare la sinistra”, Laterza). Scontate poi le candidature di Alessandra Moretti, vice sindaco di Vicenza e portavoce del comitato per Bersani alle primarie, di Roberto Speranza e Tommaso Giuntella. In pole position anche Chiara Geloni, direttore di Youdem, e Claudio Sardo, direttore dell’Unità . Certa la candidatura dell’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. E c’è la pattuglia renziana, non ancora definita. Nell’ultimo incontro però, Renzi ha consegnato a Bersani una ventina di nomi, tra cui quello dello scrittore Alessandro Baricco e del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini. Si parla anche di Oscar Farinetti, il patron di Eataly, candidatura meno sicura. Come dell’attrice Ottavia Piccolo.
Nonostante la polemica sui magistrati in politica, un appello è stato lanciato ieri dal Forum per la legalità  e la sicurezza di Firenze, perché sia candidata nel listino Silvia Della Monica, senatrice, ex pm, vice di Pier Luigi Vigna. È stato sottoscritto da 1.033 persone, e inviato a Bersani. «Troppo presto parlare della quota nazionale», commenta Maurizio Migliavacca, il coordinatore della segreteria. Già  il 2 gennaio tuttavia, con i risultati delle parlamentarie acquisiti, si decideranno i capilista. Bersani pensa a giovani segretari regionali come il toscano Andrea Manciulli, ma anche a Franco Marini in Abruzzo, a Beppe Fioroni, a Rosy Bindi in Calabria, a Andrea Orlando in Liguria insieme con Lorenzo Basso.


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La politica e i sentimenti

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In una sua intervista a Eugenio Scalfari, il 28 Luglio 1981, Enrico Berlinguer disse: «Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità  politica e la capacità  di colpire esosi e intollerabili privilegi». Le sue parole ci danno l’essenziale di un rapporto buono tra una politica di austerità , richiesta da una congiuntura economica sfavorevole, e i sentimenti di chi deve sostenere il peso delle restrizioni che tale politica esige.

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