Edilizia, frena l’occupazione degli stranieri: sono 346 mila

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ROMA –  Guadagnano meno degli italiani, finiscono per primi in cassa integrazione e svolgono lavori maggiormente dequalificanti. Sono i lavoratori stranieri nel settore delle costruzioni a cui è dedicato il VII rapporto Fillea – Ires Cgil, presentato oggi a Roma. Negli ultimi quattro anni, spiega il rapporto, la forbice del differenziale retributivo tra italiani e stranieri si è allargata passando dal 4,1 per cento del 2009 al 10,5 per cento del 2012. Nel settore delle costruzioni, gli stranieri guadagnano in media 133 euro mensili in meno dei loro colleghi italiani, con punte di 195 euro per i manovali. 

Un settore, quello delle costruzioni, che per la prima volta nel 2011 e 2012 vede arrestare la crescita dell’occupazione immigrata. I lavoratori immigrati si attestano a quota 346 mila, ovvero il 19,2 per cento del totale della manodopera. A pesare, secondo le ultime stime, anche la riduzione degli investimenti dal 2008 al 2012 del 30 per cento, collocando i livelli di attività  tra i più bassi degli ultimi 40 anni. Difficoltà  che hanno causato  anche un crescente ricorso alla cassa Integrazione, soprattutto tra i lavoratori immigrati. Nel corso del primo semestre del 2012, sul totale dei cassa integrati afferenti il settore delle costruzioni, il 33 per cento è di nazionalità  straniera. “Considerando che il peso complessivo degli immigrati sul totale degli occupati è del 19 per cento – spiega il rapporto – è facile intuire come per i lavoratori stranieri il ricorso alla cassa integrazione sia mediamente più alto che tra gli italiani”.

Secondo il rapporto, inoltre, l’utilizzo della manodopera straniera si concentra in attività  maggiormente dequalificati: il 58 per cento degli stranieri nel 2011 ha lavorato come operaio comune rispetto al 29,5 per cento dei lavoratori italiani, mentre gli operai specializzati e di IV livello rappresentano l’11,5 per cento della forza lavoro straniera a fronte del 35 per cento degli italiani. Il 90 per cento delle professioni esercitate dagli stranieri, inoltre, è “di cantiere”, solo l’1 per cento è il peso delle professioni tecniche, mentre per gli italiani il cantiere pesa per il 60 per cento, la professione tecnica per il 15 per cento. Lavoratori stranieri, infine, più esposti anche agli infortuni in uno dei settori a maggior rischio in generale. “La percentuale degli infortuni per codice Inail sul totale dei settori tariffari evidenzia che il settore delle Costruzioni è quello in cui è più alta la presenza di infortuni per gli stranieri”. Un quadro, quello tracciato dal rapporto, che descrive una condizione complessiva dei lavoratori stranieri dai “contorni particolarmente incerti e preoccupanti” , colpita  negli anni “da tutti i fenomeni “devianti” che inquinano il settore”. (vedi lancio successivo) (ga)  

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