La spaccatura non paga Il movimento di Grillo è in calo nei sondaggi

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ROMA — Per la prima volta da aprile, dalla conquista del municipio di Parma, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha un calo nei sondaggi. Più significativo per alcuni istituti, meno per altri, ma la tendenza risulta confermata da più fonti.
In prima linea c’è l’Ipsos di Nando Pagnoncelli, che effettua due rilevazioni settimanali sulle intenzioni di voto. Il 5 dicembre, secondo l’istituto milanese, il M5S era al 19,1 per cento, una settimana più tardi —12 dicembre — era sceso al 14,4, mentre ieri (dato comunicato a Ballarò, su Raitre) era arrivato al 13,8%. «Le motivazioni — dice Luca Comodo, direttore del dipartimento Politica dell’Ipsos — sono in parte interne al movimento e in parte esterne. Quelle interne riguardano l’esito deludente delle primarie online, il “fuori dalle scatole chi mi contesta”, la cacciata di Favia e Salsi. Fra le ragioni esterne c’è l’aumento della propensione a votare, vale a dire la diminuzione di chi si dichiara incerto o per l’astensione: erano vicini al 40 per cento a fine novembre, oggi sono sotto il 35». E gli incerti non vanno da Grillo? «Si deve pensare di no. Grillo ha già  toccato livelli molto alti». Fra le ragioni esterne c’è anche il fatto che Ipsos ha cominciato a monitorare nuove formazioni come Italia Futura di Montezemolo e Fermare il declino di Oscar Giannino. Continua fra l’altro la crescita del Pd (dato di ieri 36,3 per cento) e si segnala la crescita del Pdl, che era al 14, è salito al 15 quando Berlusconi ha «sciolto la riserva» sul suo impegno diretto ed è giunto ieri al 18.
Ad aprile, prima delle elezioni amministrative, Grillo era quotato all’8 per cento, dopo i successi in quelle elezioni fece un balzo in avanti (18 per cento a maggio), procedendo poi con maggiore lentezza fino al 20% di fine novembre. Il calo attuale dunque è una novità  negli ultimi sette mesi. Prosegue Comodo: «È dovuto probabilmente a quella parte dell’elettorato più motivato, con titoli di studio più alti, giovani ma non giovanissimi, più reattivi alle notizie. Stabile dovrebbe essere invece l’elettorato recente, influenzato dalla tv, con titoli di studio più bassi». Secondo Ipsos difficilmente Grillo potrà  tornare a superare i livelli massimi raggiunti, ma non si esclude un recupero: dipenderà  dai futuri accadimenti.
Altri istituti di ricerca sono più cauti. Alessandra Ghisleri di Euromedia Research, che molto lavora per Berlusconi, ha rilevato negli ultimi quindici giorni un calo del M5S dal 19 al 17 per cento. Fabrizio Masia di Emg ha registrato un calo ancor più lieve, dal 17,1 al 16,6: «Per Grillo il risultato sarà  comunque grande, che faccia il 12 o il 25», dice.
La base di Grillo contesta i nuovi dati. Ecco Paola Taverna, candidata al Senato a Roma: «Ho tenuto banchetti per raccogliere firme per le liste in zone popolari come Tor Bella Monaca e Fiumicino: c’erano file di mezz’ora. I sondaggi, si sa, sono fatti per essere smentiti». Grillo ieri ha comunicato i dati delle sue «Parlamentarie»: 20.252 votanti, 55 per cento di capolista donne. «Per la prima volta nel mondo — ha scritto — i cittadini sono stati eletti online e senza alcuna indicazione da parte del partito o movimento. Per votare non è stato chiesto un solo euro ai partecipanti e il M5S non prenderà  i contributi per le elezioni politiche, oggi stimabili in 100 milioni. Con l’aumento progressivo delle identità  digitalizzate dei votanti, la partecipazione democratica non potrà  che crescere». Poi, Grillo ha dedicato attenzione al Pd: «Dopo le “Parlamentarie” del M5S, ci saranno le “Buffonarie” del “pdmenoelle”. Le “Buffonarie” avranno un 10 per cento di parlamentari scelti da Gargamella Bersani: mai più senza Bindi, Finocchiaro, Marini, Merlo, Garavaglia, Fioroni».


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