Le entrate crescono di 47 mila euro al minuto

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L’imposta sugli immobili con i suoi quasi 24 miliardi d’incasso, secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato, ha un peso rilevante nell’impennata della pressione fiscale che nel 2012 raggiungerà  il livello del 44,7% del Pil, salendo di 2,2 punti in un solo anno: il secondo aumento per intensità  negli ultimi 22 anni dopo quello del 1993 (+2,4%). Il ritmo di crescita delle entrate, misurato da Confartigianato, è quest’anno di 47.238 euro al minuto.
Il prelievo da tassazione immobiliare è il maggiore capitolo di entrata dei Comuni, pari al 44% delle entrate tributarie. Già  con la prima rata Imu il gettito della tassazione immobiliare cresce del 112,9% e accelera la dinamica delle entrate delle amministrazioni comunali, in salita del 24,9% in dieci anni.
Eppure i Comuni avrebbero gli strumenti per non tartassare i cittadini elevando le aliquote base, come quasi tutti hanno fatto. Confartigianato calcola che, azzerando l’eccesso di personale della burocrazia dei Comuni si potrebbe quasi dimezzare (-42,3%) l’Imu sulla prima casa. E ancora: i 7,7 miliardi di eccesso di spesa dei Comuni in beni intermedi potrebbero finanziare la riduzione del 58,8% dell’Imu sugli immobili di impresa, portando l’aliquota al 3,9 per mille, pressoché al minimo previsto dalla normativa.
«Da tempo — sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti — denunciamo l’impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo. Se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese».
In controtendenza rispetto a questo orientamento, oggi, ultima giornata di lavori della commissione Bilancio del Senato sulla legge di Stabilità , potrebbe essere approvato un emendamento dei relatori che allenta il Patto di stabilità  interno per Comuni ed enti locali, utilizzando le risorse del fondo per restituire i crediti fiscali alle aziende. Una scelta che anche ai relatori deve apparire di difficile spiegazione se si sforzano di scioglierne la portata: la norma «non incide sui diritti delle imprese — assicura Giovanni Legnini (Pd) — perché non viene modificata la struttura dello strumento che continua a essere capiente e in corso anno si potrà  sempre verificare la congruità ». Si tratta, prosegue infatti Legnini, di un fondo da «oltre 40 miliardi di euro» e per di più la copertura «non incide sulla cassa». Alla discussione finale in commissione potrebbe partecipare il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.
Antonella Baccaro


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