Lista di centro, vertice per accelerare

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ROMA — Una lieve brezza di ottimismo circola nell’aria un po’ stagnante del centro, che aspetta con sempre maggiore impazienza la decisione di Mario Monti su un impegno politico alla guida di una sua lista. La visita a sorpresa del premier a Bruxelles, alla riunione del partito popolare europeo, viene letta da molti come un segnale chiaro in quella direzione. E anche sulla base di questa piccola accelerazione ieri sera c’è stato un incontro dei vertici di quello che potrebbe essere il nuovo listone di centro: nello studio del ministro Andrea Riccardi sono arrivati Luca Cordero di Montezemolo, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente delle Acli, Andrea Olivero. Intenzionati anche a bloccare il tentativo di Berlusconi di «usare» il Professore e la tentazione di qualche berlusconiano di infilarsi nella lista. Proprio Olivero ieri è finito sotto accusa. In una lettera inviata ai dirigenti anche locali dell’associazione cattolica, il presidente del Consiglio nazionale Michele Rizzi contesta duramente la decisione di schierare le Acli in prima linea nel listone nascente. Concludendo con una richiesta di «dimissioni immediate» di Olivero.
Di primo mattino, arriva ad «Agorà » Luca Cordero di Montezemolo. «Se Mario Monti scende in campo ci sarò», annunzia. Anzi, «ci saremo». L’ufficio stampa della trasmissione di Andrea Vianello non ha ancora finito di battere il comunicato, che lo staff del presidente di Italia Futura interviene con una rettifica. E la prima persona singolare torna ad essere prima persona plurale. Correzione non ininfluente, visto che ogni singola sillaba pronunciata in questi giorni viene vivisezionata per capire le reali intenzioni di Montezemolo. Nonostante i tentativi di accelerare dell’Udc e di chi vede pericolosamente avvicinarsi la data delle elezioni, la questione resta bloccata sull’unico elemento decisivo: la partecipazione di Monti in prima persona alle prossime elezioni. Enigma destinato probabilmente a non essere sciolto prima delle dimissioni da premier, che arriveranno tra qualche giorno. La visita a sorpresa a Bruxelles di ieri, alla riunione del Partito popolare europeo, però è stato interpretato come un viatico alla discesa in campo. Per Roberto Rao, uno degli uomini più vicini a Pier Ferdinando Casini nell’Udc, «la presenza a Bruxelles è una bella notizia, innanzitutto perché è indicativa di un’attenzione alla famiglia europea. E arriva dopo la partecipazione all’Internazionale democristiana con Casini». Cosa significhi, veramente, questo suo viaggio belga, è tutto ancora da scoprire: «Vedremo se scenderà  in campo come tifoso, come allenatore o come giocatore. In tutti i casi, ovviamente, rispetteremo la sua scelta e saremo con lui».
Il primo ad aspettare news dalle parti di Monti è proprio Montezemolo. Che spiega: «Sono ottimista, credo che una persona come Monti sia la prima a rendersi conto di quanto ci sia ancora da fare. Bisogna focalizzarsi su poche fondamentali priorità  e cercare di unire tutti verso queste priorità ». Ma, leggendo al contrario la sua risposta ad Agorà , potrebbe voler dire che l’impegno di Italia Futura ci sarà  solo al seguito di Monti.
Quanto a Olivero, Rizzi esprime «forte preoccupazione», parla di «indebita sovrapposizione» tra una «legittima aspirazione personale» con il suo ruolo nelle Acli. Sovrapposizione che provoca la «incompatibilità  sostanziale tra i due ruoli». La lettera è stata presentata il 5 dicembre alla direzione nazionale, raccontano dallo staff di Olivero, «che si è espressa con un documento che non prende in considerazione la richiesta di dimissioni ma ribadisce l’autonomia e il pluralismo dell’associazione, cosa che non pregiudica scelte di campo». A Reggio Emilia Olivero aveva già  detto che in caso di candidatura si dimetterebbe da presidente delle Acli.
Dietro questo attacco c’è anche una visione diversa del ruolo dell’associazione che, a settembre aveva provato a favorire un matrimonio tra Bersani e Casini. Matrimonio difficile, se è vero che il leader dell’Udc, a chi gli riportava l’apertura al centro del segretario del Pd, ha risposto così: «Noi prendiamo i voti per continuare nel lavoro che ha fatto Monti. Chiedete a Vendola cosa ne pensa».


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