Nuovi imprenditori immigrati crescono: a Roma il 3 per cento in più

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I primi cinque paesi di nascita dei titolari di queste imprese (pari al 60% del totale) sono la Romania (5.784 imprenditori, 19,1%), il Bangladesh (5.637), la Cina (2.654), il Marocco (2.234) e l’Egitto (1.885). I titolari d’impresa nati in Bangladesh sono quasi raddoppiati in soli quattro anni, seguiti per incrementi piu’ alti da egiziani, cinesi e ucraini. Le donne sono ancora in minoranza (20,5% dei titolari nati all’estero) ma in crescita, soprattutto tra senegalesi, bangladesi e romeni, cosi’ come lo sono i nuovi imprenditori appartenenti alle classi d’eta’ piu’ giovani (specialmente tra i romeni e i bangladesi). Gli imprenditori immigrati si dedicano quasi esclusivamente al commercio (38%), all’edilizia (24%) e ai pubblici esercizi (9%, inclusi la ristorazione e i servizi alle imprese). Le imprese di telecomunicazioni, nonostante assorbano solo il 2% delle imprese immigrate, sono gestite per il 68% da titolari d’impresa nati all’estero, particolarmente attivi nel cosiddetto “transnazionalismo connettivo” (servizi telefonici internazionali, servizi di internet, ecc.).

È il comune di Roma ad assorbire il 64% delle imprese della provincia e il 73% delle imprese con titolare immigrato, con una rilevante concentrazione, oltre che nel quartiere Esquilino (6,5% di tutte le imprese straniere a Roma), nel quadrante Est della citta’ (Prenestina, Casilina, Tuscolana, Appia), ma anche a Sud (Portuense-Magliana) e a Nord (Nomentana). I romeni sono maggiormente concentrati tra la Casilina e la Prenestina (e, in particolare, nel quartiere Centocelle fin oltre il Raccordo Anulare lungo tutta la via Casilina), gli egiziani nei quartieri Marconi e Appio, i cinesi nel quartiere Esquilino e, in misura minore, nei quartieri Pigneto, Torpignattara e Tor Tre Teste, similmente agli imprenditori nati in Bangladesh. (DIRE)

 

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