Dall’acciaio alle navi, la scatola cinese dei Riva

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Fanno inoltre capo al gruppo ben 24 Centri di Servizio e Società  Commerciali. Le imprese del gruppo controllano tutti gli stadi della filiera siderurgica, dalla produzione di acciaio grezzo (effettuata sia a ciclo integrale come a Taranto che a forno elettrico come in Francia), alla laminazione (a caldo e a freddo), alla produzione di acciai rivestiti e di lamiere da treno quarto e tubi saldati di grande diametro per gasdotti e oleodotti. Per un fatturato che negli ultimi tre anni ha viaggiato su cifre imponenti: 10.015 milioni di euro nel 2011, 7.789 nel 2010 e 5.822,6 nel 2009. Sono inoltre presenti altre attività  diversificate, sinergiche alla siderurgia, come l’attività  armatoriale (tredici navi, di cui otto innovative chiatte oceaniche da 30.000 a 16.000 tonnellate con quattro spintori e una ore-carrier da 312.000 tonnellate), l’attività  di recupero rottame (uno stabilimento in Canada e un impianto di frantumazione in Francia), la produzione di materiale refrattario (4 stabilimenti in Italia) e la produzione di cilindri di laminazione (uno stabilimento in Italia).
 Il numero di dipendenti è attualmente pari a 21.711 unità . La Riva Fire rifornisce tutti i comparti merceologici dei singoli mercati dell’Unione europea e internazionali. In particolare il settore auto, gli elettrodomestici, l’edilizia, i tubi saldati per condotte e l’off-shore. Alla guida del gruppo vi è ovviamente la famiglia Riva che ne detiene il controllo, con il fondatore e presidente Emilio Riva, 86 anni, agli arresti domiciliari dal 26 novembre, affiancato dai figli, Fabio, il più grande, vicepresidente del gruppo, latitante e inseguito da un mandato di arresto europeo e Nicola, ex presidente, anche lui ai domiciliari, tutti nei guai per disastro ambientale. All’organigramma familiare vanno aggiunti due nipoti, Angelo e Cesare, in posizioni manageriali chiave e intercambiabili tra loro. La Riva Fire, così come la Riva Acciaio Spa e l’Ilva Spa, hanno la sede legale a Milano, in viale Certosa.
La suddivisione degli stabilimenti in Italia si estende a macchia su tutto il territorio: dalla Riva Acciaio dipendono i siti di Caronno Pertusella, Verona, Lesegno, Malegno, Sellero, Cerveno e Annone Brianza. All’Ilva sono invece collegati gli impianti di Taranto, Genova, Novi Ligure, Patrica e Racconigi. Al Centri servizio Ilva le attività  presenti a Legnaro, Marghera, Paderno Dugnano e Torino. All’Ilva Servizi Marittimi ancora Genova e all’Ilvaform il sito di Salerno. In Europa, invece, il gruppo è presente in Belgio a Fontaine l’Eveque dove dispone di un impianto di laminazione a freddo e saldatura, e a Charleroi dove è presente un’acciaieria (con 1 forno elettrico) e il laminatoio, dove avviene la produzione di prodotti piani (tubi saldati tondi, di forma, sagomati speciali ricavati da nastro a caldo nero, decapato, zincato sendzimir) e lunghi. In Francia il gruppo è presente a Gargenville, Bonnieres Sur Seine, Gargenville, Montereau Neuves Maisons, Creil Vauvert St.Just St.Rambert, Senas, Lyon Saint Wandrille e Besanà§on, vi è soltanto la produzione di prodotti lunghi (lillette in colata continua, tondi, vergelle e la rete elettrosaldata). In Germania lavora a Hennigsdorf, Brandenburg e Lampertheim, in Grecia a Salonicco, in Spagna a Siviglia (prodotti lunghi), in Tunisia a Biserta e in Canada a Montreal, dove il gruppo detiene «altre produzioni», ovvero la prelavorazione rottame e una macchina per frantumazione rottame.


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