Fiat, 5 nuovi modelli prodotti in Italia dal 2013
TORINO — La Fiat annuncerà la prossima settimana il suo nuovo piano di investimenti in Italia. Non è ancora chiaro se Sergio Marchionne sceglierà Torino o, più probabilmente, Melfi per svelare la nuova mappa delle auto da produrre nei quattro stabilimenti di assemblaggio della Penisola. Quel che si sa oggi è che i nuovi modelli in arrivo dovrebbero essere almeno cinque. A Melfi dovrebbe migrare la produzione, inizialmente prevista a Mirafiori, dei due mini-suv del segmento B, quello delle utilitarie, mentre nello stabilimento torinese andrebbe il suv Maserati realizzato sulla piattaforma del Jeep Grand Cherokee. Non è ancora chiaro invece se e quando arriverà l’erede della Punto, l’attuale auto di grandi volumi della gamma. A ottobre Marchionne aveva annunciato che l’investimento sull’erede del modello oggi realizzato a Melfi veniva sospeso. Alcune indiscrezioni dicono che potrebbe essere prossimamente realizzato in Turchia. Mancano comunque pochi giorni prima di verificare quante di queste ipotesi si trasformeranno nell’annuncio dell’ad del Lingotto. In queste ore i vertici del gruppo di Torino stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del piano anche se sarebbero sorti nuovi timori per l’improvvisa turbolenza della situazione politica.
I nuovi modelli saranno prodotti dalla Fiat in Italia tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Fanno eccezione le due Maserati che verranno realizzate prima a Grugliasco, vicino a Torino: la nuova Quattroporte, che partirà all’inizio del 2013, e la berlina Ghibli che partirà dall’autunno del prossimo anno. Tutte mosse che potrebbero contribuire a risollevare la produzione italiana di auto dal baratro in cui è precipitata. Drammatico il quadro tracciato ieri al convegno annuale dell’Anfia, l’associazione italiana dell’automotive. Tra il 2007 e il 2011 la produzione negli stabilimenti italiani si è dimezzata passando da 910 a 485 mila unità e nel 2012 si prevede che si fermi a 400 mila. L’Italia è ormai al 21esimo posto tra i Paesi produttori mentre nel nostro mercato si vende quasi quattro volte quel che si produce. Una evidente anomalia. Il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, propone l’istituzione di «una consulta interministeriale per il settore», chiede sgravi sul costo dell’energia e «una rimodulazione della pressione fiscale». Misure che «potrebbero riportare il mercato italiano intorno ai 2 milioni di auto», contro l’1,4 milioni del 2012.
I problemi di scarse vendite li hanno anche i francesi di Psa. Che ieri hanno annunciato altri 1.500 esuberi oltre agli 8.000 già dichiarati in precedenza. Ma la Borsa esulta facendo salire il titolo della casa francese. Gli investitori danno credito alle voci diffuse dalla
Tribune di un ingresso degli algerini nel capitale della società . Operazione che potrebbe avvenire in cambio di investimenti di Peugeot nel Paese che si affaccia sull’altra sponda del Mediterraneo.
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