Lotta sindacale a pagamento sui giornali la Fiom non ci sta: si torni alle assemblee
ROMA — Cantavano il maggio francese (“Ce n’est qu’un debut, continuons le combat”) ieri studenti e operai metalmeccanici, insieme in molte piazza contro le politiche di austerity. Ma il contesto non richiamava affatto il ‘68 e tanto meno le successive lotte dell’autunno caldo italiano. Quella di ieri, piuttosto, è stata l’ennesima giornata delle divisioni e delle polemiche tra la Fiom, da una parte, e Fim-Cisl e Uilm, dall’altra, dopo il quarto rinnovo del contratto delle tute blu (mercoledì scorso) firmato senza i rappresentanti della Cgil. Code velenose anche dell’altro accordo separato sulla produttività voluto dal governo e firmato da tutti i sindacati (a parte, appunto, la confederazione di Susanna Camusso) e le associazioni imprenditoriali.
Su alcuni quotidiani, infatti, i metalmeccanici di Cisl e Uil hanno acquistato, insieme alla Federmeccanica e Assistal, cioè le controparti, un pagina per spiegare le ragioni a favore del nuovo accordo (130 euro di aumento, per un quinto livello, nel triennio 2013-2015, modifica delle norme sulla malattia e il raddoppio dello
straordinario comandato), per invitare la Fiom a sottoscriverlo e, soprattutto, per chiedere al governo il taglio del cuneo fiscale e contributivo «che grava sulle imprese e sul salario dei lavoratori, spostando il prelievo fiscale dalla produzione alla rendita». Iniziativa anomala e senza precedenti. Che, ovviamente, ha provocato la polemica della Fiom. «Quella pagina a pagamento è un boomerang », ha detto il segretario nazionale, Giorgio Airaudo. «È un boomerang perché, in primo luogo, è congiunta e poi un sindacato va nelle fabbriche a spiegare un accordo, lo fa utilizzando i volantini, non compra una pagina su un giornale. Vengano nelle fabbriche a spiegare quello che hanno firmato e poi vediamo se i lavoratori daranno loro ragione». Ma per il leader della Uil, Luigi Angeletti, «se fosse dipeso dalla Fiom i lavoratori metalmeccanici avrebbero ora 600 euro in meno al mese». E al segretario della Fiom, Maurizio Landini, che ha invitato il candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani, a mettere in agenda una legge sulla rappresentanza sindacale, Angeletti ha risposto: «La Fiom chiede sempre leggi, ne chiederà una che impone i contratti alle aziende. Questo è il loro sogno: l’Unione sovietica in forma moderna».
E senza precedenti, sempre ieri, è stata anche la decisione dei sindacati della polizia e dei vigili del fuoco di acquistare una pagina su due quotidiani (il Sole 24 Ore e Libero) per protestare contro i tagli delle questure previsto da un pacchetto elaborato dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Così nell’epoca dei tweet e della rete che azzera le distanze, torna in auge la carta per comunicare e forse anche per far riflettere. «Vogliono tagliare il vostro diretto alla sicurezza e al soccorso pubblico», scrivono i sindacati degli agenti rivolgendosi ai cittadini. Mentre non si toccano «scorte, privilegi, sprechi e duplicazioni di apparati inutili, gli stipendi e le pensioni dei boiardi di Stato, le auto blu che sfrecciano per pochi eletti a nostra spese».
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