Ue, un quarto della popolazione a rischio povertà nel 2011
Secondo l’istituto europeo di statistica, queste persone si sono confrontate almeno con una delle tre seguenti forme di esclusione: Povertà dovuta a un
reddito inferiore alla soglia di rischio nazionale; forte privazione materiale, per cui non si è più in grado di pagare bollette e di mangiare proteine; vita in famiglie in cui gli adulti in età da lavoro impiegano meno del 20% delle loro potenzialità occupazionali.
L’istututo di statistica rileva anche le differenze tra i vari Paesi. Il dato più alto si registra in Bulgaria (49%), seguono Romania e Lettonia (40%) e la Grecia (31%, tre punti percentuali sopra il dato del 2010).
Dall’altra parte della classifica, le percentuali “migliori” sono targati Repubblica Ceca (15%), Svezia e Paesi Bassi (16%) e Austria e Lussemburgo (17%).
All’appello manca il dato italiano, che già nel 2010 aveva registrato un valore superiore a quello della media europea (24,5% rispetto al 23,4%)
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