Stato palestinese, l’Italia chiede una linea europea
Ricevuto dal suo collega Giulio Terzi, l’inviato di Abu Mazen ha giudicato il colloquio «franco e amichevole». In pubblico Terzi ha affermato che la scelta italiana «non è ancora definita» perché il governo punta a una posizione comune dell’Unione Europea e reputa i negoziati israeliano-palestinesi «il principale binario» per un processo di pace.
Tra i 193 Paesi dell’Onu, Abu Mazen conterebbe su oltre 120 voti. Il governo italiano preferirebbe un’astensione europea. Qualora non la ottenesse, Israele, contrario alla richiesta palestinese, ha chiesto nei canali diplomatici di votare contro per bilanciare i favorevoli dell’Ue. I presupposti per una spaccatura non mancano: Svezia, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo, Malta sono per il «sì», la Francia non lo esclude. La Repubblica Ceca tende verso il «no», Germania e Olanda potrebbero aggiungersi. Di astensionisti ne esistono, ma qualcuno teme che il rafforzamento di Hamas non debba indurre a indebolire Abu Mazen. Nell’attesa, Terzi si è premurato di dire: il voto «non va interpretato come un referendum tra Stato palestinese sì o no».
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