«Nelle carceri solo stranieri e poveri»
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato ieri a parlare di carcere con un messaggio inviato all’assise dei direttori delle Amministrazioni penitenziarie d’Europa e del bacino del Mediterraneo riuniti a Roma per la Diciassettesima conferenza promossa dal Consiglio d’Europa di concerto con il Dap italiano. Per l’occasione, in via Arenula, a pochi passi dal ministero di Giustizia, alcuni poliziotti penitenziari hanno inscenato un sit-in di protesta per denunciare la carenza di organico.
Al capo del Dap Giovanni Tamburino e alle delegazioni europee che da ieri e fino a sabato discuteranno principalmente di detenuti stranieri e di sovraffollamento carcerario, il capo dello Stato ha scritto di «auspicare fortemente la ricerca di soluzioni normative e organizzative» affinché la pena non sia «in contrasto con il senso di umanità e la funzione di reinserimento sociale dei detenuti». Prima dell’apertura dei lavori nella sala della Protomoteca in Campidoglio alla presenza del sindaco Alemanno, i direttori europei insieme alla Guardasigilli Paola Severino sono stati in udienza da Benedetto XVI. Il Papa ha ricordato che «la crescente presenza di detenuti stranieri, spesso in situazioni difficili e di fragilità , è una delle caratteristiche di un tempo in cui le differenze economiche e sociali ed il crescente individualismo alimentano le radici della criminalità ». Da parte sua, la ministra Severino ha assicurato che «con tenacia» completerà la riforma del sistema penitenziario «con le misure alternative alla detenzione, con l’istituto della messa alla prova, con l’istituto del lavoro carcerario che rappresenta, veramente, la più importante forma di reinserimento sociale del detenuto».
Anche gli avvocati penalisti ieri hanno scioperato contro il sovraffollamento carcerario, mentre i Radicali hanno organizzato manifestazioni in decine di città italiane a conclusione di quattro giorni di mobilitazione nonviolenta lanciata da Marco Pannella per il diritto di voto dei detenuti e l’amnistia. Ieri sera, poi, in più di 80 carceri i detenuti (alcuni dei quali in sciopero della fame dal 24 ottobre, assieme alla deputata Rita Bernardini e a Irene Testa) hanno fatto sentire la loro voce attraverso la battitura delle sbarre ripetuta.
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