Pd, segretario avanti nei sondaggi «Ma se perdo voto per Matteo»

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ROMA — La polemica sulle registrazioni difficili tiene banco da giorni, ma ieri Roberto Cuillo, responsabile comunicazione per le primarie, può fare un annuncio significativo: «Sono già  più di un milione le persone che si sono registrate». Tanto che domenica nei 9.000 seggi ci saranno ben 100 mila volontari. Intanto Matteo Renzi si candida a vincere le elezioni per il centrosinistra. E Pier Luigi Bersani, nel caso di sconfitta del rivale, spiega che «probabilmente continuerà  a fare il sindaco di Firenze e comunque c’è il congresso con le primarie per il segretario: chi ha interesse a organizzare un’area o a candidarsi può farlo tranquillamente».
Ieri il coordinatore bolognese del comitato pro Bersani ha presentato un esposto contro Renzi, perché la tv locale «eTv» avrebbe mandato in onda «un lungo spot» a pagamento, in violazione del regolamento». Ma quale spot, ribatte Renzi, era «un documentario» e «non pagato».
Bersani, alle polemiche renziane sul voto difficile, già  di prima mattina rispondeva: «Cerchiamo di non mettere in giro argomenti che non sono dignitosi per noi, che siamo gente seria. Abbiamo deciso tempo fa di costituire l’albo, non so se Renzi fosse presente, credo di no visto che frequenta poco». E la dichiarazione di voto per Renzi, nel caso di (improbabile) ballottaggio tra Vendola e il sindaco di Firenze, è un po’ obtorto collo: «Lo voterei per dovere d’ufficio. Sono legato a Nichi da grande simpatia, ma avrei difficoltà  a votare il leader di un altro partito».
Secondo i dati pubblicati sul Sole 24 Ore da Roberto D’Alimonte, Bersani sarebbe in vantaggio di dieci punti su Renzi (48 a 38). Ma se a guidare il centrosinistra alle elezioni fosse il sindaco di Firenze, la coalizione otterrebbe il 44 per cento dei voti, contro il 35. Quanto basta per far dire a Renzi: «Se noi vinciamo, i democratici hanno più chance di vittoria». C’è anche un fuorionda a Radio 105 (ma i renziani smentiscono che sia fuori onda, visto che è stato trasmesso in streaming) che fa discutere. Nel quale Renzi ammette: «La cazzata della vita l’ho fatta quando ho lottato, come era sacrosanto, contro le regole: la gente si è preoccupata». E poi: «Se non vado in Parlamento, porterò lì un po’ di amici miei e cercherò di avere un po’ di spazio. Ma non mi faccio comprare». Parole accolte con ironia dai bersaniani.
Il sindaco di Firenze prosegue anche la polemica con Rosy Bindi, invitata a «lasciare la poltrona» anche perché «la sinistra è Obama, non lei». Replica della dirigente: «Le liste le farà  il partito non Renzi». Ma lo scontro è anche sulle alleanze. Il «rottamatore» spinge sul bipolarismo: «A me di fare un accordo con Casini non frega nulla. Dobbiamo prendere noi i voti dei delusi, non appaltarli a Casini o a Montezemolo». Di parere diverso Bersani: «Noi siamo interessatissimi a un rapporto con il centro, a patto di sapere chi dirige il traffico».
Nichi Vendola si dice sicuro di arrivare al ballottaggio e attacca Renzi: «È una bolla mediatica che si sta già  sgonfiando». Poi rivendica il sostegno di Lino Banfi, «una grande maschera tragica, oltreché comica, del cinema italiano». E se Renzi può vantare l’appoggio di Jovanotti e Bersani quello di Sabrina Ferilli, a Laura Puppato vanno i favori di Marco Travaglio e (ma è solo una voce) di Nanni Moretti.


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