Sesso, droga e computer in fuga il re dell’antivirus

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NEW YORK.Questa è una storia di sesso, droga, poco rock’n’roll e tantissimo computer, questa è la storia di John McAfee, il mago degli antivirus che dalle stelle della Silicon Valley oggi è in fuga, a 67 anni, tra le stalle del Belize. Avete mai visto un ricercato per omicidio che trova il tempo di raccontare in diretta i suoi spostamenti? E davvero l’uomo, un tempo tra i più ricchi, e soprattutto brillanti del mondo, si sta bruciando con le droghe il cervello e ogni via di fuga? Pensare che a chiederselo è proprio lui, nelle prime righe del suo blog dalla latitanza: «Con tanto tempo a disposizione e pochissimo da fare, ho incominciato a riflettere sulla deviazione presa dalla mia vita: com’è possibile che sia diventato un sospetto di omicidio ridotto alla macchia?».
Com’è possibile, per la verità , se lo chiede la polizia del Belize, lo staterello del Centramerica che McAfee aveva scelto come buen retiro un paio d’anni fa e che ora rischia di trasformarsi nella sua trappola mortale. Gli sbirri vogliono interrogarlo per la morte del suo vicino di casa a San Pedro, Gregory Faull, un altro di quegli americani che espatriano e si ritrovano tutti quaggiù, come cantavano Dalla&DeGregori, in questa Banana Republic dove la libertà  dei costumi concessa è direttamente proporzionale alla capacità  del singolo di corruzione. Dicono che Gregory fosse stanco del via vai di signorine a Villa McAfee, stanco delle esercitazioni con quelle armi che erano l’ultima passione del miliardario, stanco degli esperimenti sulle droghe, stanco soprattutto di quei ferocissimi e ringhiosissimi cani da guardia che – mistero – qualche giorno fa erano stati ritrovati avvelenati. Beh, misteriosamente l’altro giorno hanno trovato faccia a terra anche lui, Gregory, un colpo dietro alla nuca sparato – sembra – da una delle armi di McAfee che la polizia però gli aveva sequestrato. E qui si gioca la difesa del riccone in fuga: tecnicamente è ricercato solo per essere interrogato, lui giura che se si consegna quelli lo ammazzano, «certo che Gregory non era il tipo di persona che piace a me come io non sono il suo tipo, lui beveva troppo, era uno scocciatore» scrive sempre su The Hinterlands, il blog in tempo reale. «Ma il mondo è pieno di scocciatori. E se uccidessimo tutti quelli che ci scocciano, non rimarrebbe più nessuno». Capito la filosofia?
Sì, sembra quasi di ritrovarlo a intermittenza il McAfee di un tempo: ma è dagli inizi che la storia di John è un misto di genio e sregolatezza. Nato in Inghilterra e cresciuto negli Usa, a Salem, il paese vicino a Boston della caccia alle streghe, McAfee è un ingegnere che lavora per la Nasa quando al suo computer si affaccia Pakistan Brain, uno dei primissimi e ancora sconosciuti virus che all’alba degli anni 80 minacciano il nascente mercato dei computer. L’intrepido John non solo si libera del Cervello Pachistano ma ha l’idea di mettere la sua abilità  al servizio dei clienti, trasformando il suo nome, McAfee, nel marchio sinonimo di antivirus. Solo che intriso di cultura hippy, millenarismo e dintorni, John inciampa nel primo incidente, annunciando la fine del mondo in arrivo con Michelangelo, il supervirus che prima ancora del fatidico Baco del Millennio si sarebbe mangiato tutto: invece è un flop e l’unica cosa che si mangia è la credibilità  del guru.
Naturalmente a fare peggio è la recessione che rimpicciolisce da 100 a 4 milioni di dollari il suo portafoglio. John vende aerei e villa alle Hawaii, vende soprattutto la sua azienda (che l’anno scorso finirà  al colosso Intel), divorzia non si capisce più da quante mogli e si stabilisce infine in Belize per lanciarsi nell’ultima avventura: la produzione di antibiotici naturali che, in realtà , nasconderebbe la ricerca dell’allucinogeno perfetto.
Il resto è cronaca: nerissima. Infarcita dai racconti di sesso sul fatidico blog: «Due donne che vivono con me hanno avuto relazioni con un paio di uomini che vivono pure con me. Sono entrambe mie ex amanti, una viene ancora a letto. Anche le altre cinque dividono regolarmente il letto con me». Regolarmente, e ovviamente, fino alla fuga. Oggi John si nasconde con la sua fidanzatina 17enne chissà  dove, per fuggire s’è tinto i capelli e scurito la pelle col lucido da scarpa, l’altro giorno s’è travestito da mendicante e l’altro ancora da turista tedesco ubriaco. Dicono che sono le droghe che, come un baco, stanno mangiando il cervello al re degli antivirus. Sto bene, sto bene, fa sapere lui, annunciando perfino un’intervista al Financial Times dopo quelle alla tv Cnbc e al magazine Wired. E se lo prendono? «Ho già  scritto tanta di quella roba che il blog può andare avanti per anni…». Così il dubbio iniziale rimane: in questa storia di sesso, droga & computer, McAfee è il genio, la vittima o l’assassino?


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