Casini con Ambrosoli Udc divisa in Lombardia

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MILANO — Pierferdinando Casini non ha dubbi: il candidato ideale per la Regione Lombardia si chiama Umberto Ambrosoli. Il problema è che un pezzo del suo partito milanese e lombardo continua ad opporre resistenza, lasciando intravedere il rischio che l’Udc si presenti diviso alle prossime elezioni. In effetti i dirigenti locali hanno più volte puntualizzato di non aver ancora definito una posizione per le prossime elezioni regionali e hanno salomonicamente aggiunto di guardare con attenzione «sia alla candidatura di Umberto Ambrosoli che a quella di Gabriele Albertini». Il segretario cittadino Pasquale Salvatore, pochi giorni fa, aveva spiegato che «se l’aut aut di Albertini si traducesse in un fatto concreto, meriterebbe una riflessione in quanto elemento di rottura rispetto ad uno schema di governo regionale Pdl-Lega che ha visto l’Udc all’opposizione». Per contro, dal consiglio regionale si era già  levata la voce del consigliere Enrico Marcora a favore di Ambrosoli, «perché è un autentico rappresentante civico, non avendo tessere di partito in tasca ed è personalità  coerente con le posizioni portate avanti dall’Udc». Così come anche Savino Pezzotta aveva dato il via libera a questa candidatura.
Se l’Udc dovesse, nel suo complesso o in parte, far mancare il sostegno ad Albertini, andrebbe a ridursi ulteriormente l’area di consenso moderato intorno alla quale l’ex sindaco sta cercando di costruire il proprio progetto politico. In compenso, potrebbe essere decisivo l’atteso endorsement di Luca Cordero di Montezemolo: se Italia Futura si schierasse con Albertini, trascinerebbe sicuramente Fli e Api e potrebbe cercare di recuperare l’appoggio di Fermare il Declino di Oscar Giannino, che aveva posto come condizione la totale presa di distanze dal Pdl. Conferma il senatore Giuseppe Valditara, leader di Fli in Lombardia: «Il fatto che ieri Albertini abbia dichiarato di essere pronto a correre senza il Pdl ma con l’appoggio della società  civile è estremamente positivo perché ha definitivamente chiarito la natura civica della sua operazione».
Ma Albertini manda segnali diversi tra loro. Ancora ieri, dopo aver confermato l’intenzione di andare avanti, «con o senza il Pdl», ha aggiunto ai microfoni del Tgr Lombardia: «Gradirei ci fosse l’appoggio di un partito importante, che in fondo è lo stesso partito con cui in Europa siamo insieme agli altri dell’area centrista». Ma gran parte del Pdl ha maturato una serie di dubbi su questa candidatura, chiedendo almeno le primarie di coalizione che l’ex sindaco ha già  escluso proponendo in alternativa un congresso. Il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà , insiste sulla necessità  di «partire dalla qualità  delle persone». Maroni? «Sicuramente potrebbe essere un ottimo candidato, ma anche il Pdl potrebbe fare proprie proposte». Le primarie? «Solo se sono di coalizione. Contarci fra noi non ha senso. Spero sia chiaro a tutti che correndo divisi perderemmo il governo della Lombardia: la Sicilia insegna».


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