«Imu stangata» L’Anci sosterrà i ricorsi dei Comuni
I conti li ha fatti l’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale. Una rilevazione condotta in quasi tutti i Comuni al di sopra dei 100 mila abitanti segnala che l’aliquota media per le case dalla seconda in su sarà del 10,37 per mille. Un valore molto vicino al tetto massimo fissato dalla legge, il 10,6 per mille. Se la prima rata si pagava sull’aliquota base, che per le seconde case era dello 7,6 per mille, il saldo dovrà essere calcolato utilizzando un parametro decisamente più alto. Stesso discorso per le prime case, dove però la differenza sarà minore perché i sindaci hanno cercato di limitare gli aumenti. In ogni caso, spiegano all’Anci, il saldo sarà «estremamente pesante» ma non «porterà giovamento alle casse dei Comuni». Perché? L’associazione dice che «l’innalzamento delle aliquote è stata una scelta obbligata per tutti i sindaci». E questo perché i tagli previsti dalla spending review hanno messo ancora più in sofferenza le casse comunali che, tra il 2007 e il 2013, hanno portato al risanamento della finanza pubblica 15 miliardi. Da qui il sostegno alla battaglia legale. L’Anci informa i sindaci che «coordinerà le azioni sul territorio e agirà ad adiuvandum nei ricorsi presentati dai Comuni». «Ben vengano i loro ricorsi — commenta il presidente Delrio — visto che per errori non nostri siamo stati obbligati a recuperare milioni di euro facendo nuovi tagli sui territori».
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