Lo sciopero è degli studenti

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Un sit-in, un piccolo corteo nelle capitali della politica europea, in occasione dei vertici istituzionali. La mobilitazione indetta domani in 23 dei 27 paesi dell’Unione Europea rappresenta il sintomo di una lenta maturazione di questa organizzazione, fino ad oggi non troppo brillante. Nella cornice fornita dalla sua iniziativa si è tuttavia riversato il magma dell’opposizione contro le politiche dell’austerità , declinandole a partire dalle agende politiche nazionali. Accade soprattutto nei paesi mediterranei dove i lavoratori sono stati chiamati allo sciopero. In Spagna, le Comisiones Obreras, l’Unià³n General de Trabajadores e la Unià³n Sindical Obrera hanno convocato uno sciopero generale di 24 ore. Lo stesso ha fatto il sindacato Cgtp-In in Portogallo, mentre in Grecia – dove il 7 e 8 novembre è stato indetto uno sciopero generale di 48 ore – lo sciopero sarà  di 3 ore. In Italia a muoversi sarà  solo la Cgil che ha convocato uno «sciopero generale» di sole 4 ore. «Non si deve più aspettare a contrastare la politica di austerità  e rigore che l’Europa impone a tutti gli Stati» ha detto la segretaria generale Cgil Susanna Camusso che domani sarà  a Terni. A parte la corsa in solitaria della Cgil, e in particolare di alcune sue federazioni come la Fiom e la Flc, la scarsa determinazione dei sindacati a comporre un fronte unito e determinato contro il governo Monti è stato uno dei fattori che hanno rallentato l’opposizione in Italia. Per questa ragione il 14 novembre italiano sarà  soprattutto quello degli studenti medi – oltre che dei docenti precari – che stanno letteralmente trascinando gli universitari e i movimenti a partecipare a cortei e azioni in tutto il paese. Lo sciopero europeo, in Italia, è studentesco.
Da inizio settembre il loro mondo è in continua mobilitazione contro la legge «ex Aprea», i futuribili annunci del ministro dell’Istruzione Profumo regolarmente smentiti sull’orario di lavoro dei docenti, sul «bastone e la carota» da usare con i rettori e gli studenti, e infine sul «concorso-truffa» nella scuola. Dopo le manifestazioni studentesche del 5 e 12 ottobre e dopo il corteo di 50 mila persone sabato scorso a Roma, il livello del protagonismo nella scuola è cresciuto in maniera esponenziale. Domani gli studenti promuoveranno 50 manifestazioni, da Torino a Cagliari, da Lecce a Trieste e Milano, oltre a un significativo appuntamento con gli operai a Pomigliano (alle 9, Rotonda Alfa Romeo). Per uno sguardo d’insieme, basta consultare i principali siti di movimento: Global project, Rete della conoscenza, Ateneinrivolta o Infoaut. C’è un refolo di novità  e convinzione in più, rispetto alla gelata seguita al giorno infausto del 15 ottobre dell’anno scorso. A Roma ci saranno almeno 4 cortei: quello della Cgil da Bocca della Verità  a piazza Farnese; i Cobas andranno da piazza della Repubblica a piazza Venezia. I due concentramenti più grandi degli studenti saranno a piazzale Aldo Moro alla Sapienza e a piazzale Ostiense. Sono stati annunciati anche appuntamenti nella zona di Cinecittà -Quadraro e davanti alla biblioteca nazionale in Viale Castro Pretorio. L’assemblea cittadina delle scuole superiori che rappresenta 40 istituti ha preannunciato iniziative spontanee in tutta la città .


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