L’emergenza alluvioni, un morto e 3 dispersi

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GROSSETO — La Maremma è un lago di fango e detriti. Migliaia gli ettari sommersi dall’acqua limacciosa di fiumi e torrenti, centinaia le case coloniche e i poderi completamente allagati. Il paesaggio è alieno, le mappe forse dovranno essere ridisegnate.
La linea ferroviaria Tirrenica è stata interrotta tra Grosseto e Orbetello, il tratto a quattro corsie dell’Aurelia a Fonteblanda è completamente sott’acqua. L’onda di piena ha colpito la piccola Alberese, davanti al Parco dell’Uccellina, la turistica Albinia, i gioielli collinari di Sorano, Pitigliano, Manciano e Marsiliana dove una donna incinta è stata salvata miracolosamente da un elicottero e all’ospedale di Grosseto ha partorito una bambina. Il maltempo non ha salvato la mondana Capalbio uccidendo un agricoltore, Giovanni Serrati, 73 anni, che a bordo della sua auto tentava disperatamente di fuggire dall’alluvione. A Orbetello una donna di 72 anni è in fin di vita dopo essere stata travolta dal fango mentre nella frazione di Albinia si cercano tre persone.
In campo, nella battaglia contro il maltempo, sono scesi anche i soldati del Savoia Cavalleria, di stanza in Maremma, che hanno affiancato le squadre di soccorso e i vigili del fuoco tempestati da 2.500 telefonate. Saltate fognature e acquedotti. Ma non è ancora finita: è allarme rosso per l’Ombrone il fiume più grande. «Se rompe gli argini è peggio dell’alluvione del 1966», dicono alla sala operativa della Protezione civile.
Dopo aver devastato il Nord della Toscana, la tempesta di San Martino si è abbattuta come da previsioni meteo nel Sud della Regione, ma anche in Umbria e nell’Alto Lazio.
Sempre in Maremma il fiume Albegna, gonfio degli oltre 200 millimetri di pioggia cadute in poche ore, ha straripato in almeno una ventina di punti e nel Grossetano, nel comune di Manciano, è crollato il ponte sul fiume ma la strada era già  chiusa al traffico. E così hanno fatto l’Osa e l’Elsa e altre decine di torrenti. «Mi sono salvato arrampicandomi con mia moglie sul tetto di casa — racconta piangendo Giovanni Bramini, un allevatore di una frazione di Manciano — e da lì ho visto morire sotto il fango i miei animali». Lo hanno salvato i vigili del fuoco con un mezzo anfibio.
Gli allagamenti e i blackout elettrici (che hanno privato di luce e riscaldamento quasi 3 mila famiglie) si sono susseguiti per tutta la giornata nell’hinterland di Grosseto, ma anche nel capoluogo (allagata la sede del 118 dell’ospedale Misericordia) e a Orbetello. I danni sono nell’ordine delle decine di milioni che si sommano alle devastazioni avvenute sabato e domenica nella provincia di Massa Carrara, Lunigiana e Lucchesia.
Duramente colpiti anche il Senese e l’Aretino dove il prefetto ha raccomandato di non viaggiare soprattutto sulle strade di provincia a rischio frane e allagamenti. Chiusi per l’esondazione di fiumi e torrenti due tratti dell’Autosole in Valdichiana.
Evacuate decine di famiglia sul versante senese dell’Amiata e a Cortona. Gravissimi i danni dell’alluvione in Umbria, soprattutto a Orvieto, dove l’acqua ha sommerso la zona industriale della città . Allagamenti anche a Perugia e provincia e a Montalto di Castro. E intanto a Massa, dove si contano almeno 6 mila abitazioni danneggiate, sono scesi in campo centinaia di «angeli del fango» ragazzi dai 15 ai 30 anni, che stanno spalando strade e case. Per evitare di aumentare i disagi la Filt-Cgil ha deciso di escludere «dallo sciopero generale di oggi tutti i servizi e le attività  di trasporto».
Marco Gasperetti


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