Il richiamo di Gauck ai tedeschi: siamo gli adulti d’Europa, sopportiamo

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Ma oltre a tranquillizzare i tedeschi sulla permanenza della Grecia nella moneta unica (una scelta che, ha precisato, «non ci rovinerà ») e a rimproverare quei politici che hanno «ferito l’animo di un popolo», l’ex pastore evangelico e dissidente nella Ddr ha criticato anche coloro che in Grecia, Spagna o Italia «preferirebbero rimuovere la propria parte di responsabilità  nella crisi e ci rimproverano di voler decidere per loro». «Anche questo è sbagliato. Non abbiamo in mente nulla di male per l’Europa», ha spiegato. Secondo Gauck, quando la Germania insiste sulla disciplina di bilancio e le riforme strutturali, al contrario, si preoccupa che l’Europa «continui a funzionare». «D’altra parte — è la conclusione del suo ragionamento — fa parte del ruolo di un adulto dover sopportare occasionalmente la critica e la disapprovazione».
Parole pesate con attenzione, con cui il successore del dimissionario Christian Wulff ha cercato di venire incontro alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, ha speso il suo prestigio per mettere fine alle intemperanze di una parte del mondo politico tedesco (già  stigmatizzate a suo tempo dalla Cancelliera), e ha voluto rivendicare la posizione di fermezza di una Germania che vuole lavorare per fare uscire l’Europa più forte dalla crisi senza rinnegare i suoi principi e le sue priorità . Il rigore dei conti soprattutto. È sempre stata una caratteristica del suo stile, in questi quasi otto mesi trascorsi allo Schloss Bellevue, fare discutere un Paese che, come ha osservato in maggio «non è perfetto ma non è mai stato migliore», un Paese di cui «si può essere orgogliosi». All’indomani della sua elezione la Sà¼ddeutsche Zeitung aveva scritto che «Gauck ha un dono unico: non confida soltanto in se stesso ma confida negli altri e instilla nelle persone il senso di responsabilità ». E proprio al senso di responsabilità  di tutti, in patria e nei Paesi colpiti dalla crisi, si è richiamato in questa occasione, anche utilizzando dei concetti, come quello dell’adulto che deve tollerare le critiche, che potrebbero apparire discutibili per chi, seguendo la logica del suo discorso, adulto non è ancora.
In primo luogo, però, Gauck ha voluto sgombrare il campo da quei sentimenti contrari alla permanenza della Grecia nell’eurozona che sembrano ancora difficili da sconfiggere. «È assolutamente giusto che il governo tedesco spinga perché la Atene non lasci l’eurozona», ha detto, insistendo che questi sono il suo augurio e la sua speranza. Ma al di là  degli auspici, contano anche i fatti. E la verità  è che la Germania non perderà  niente contribuendo al salvataggio della Grecia. Si è trattato poi, di un «grave errore», ha proseguito, che alcuni politici e alcuni giornali abbiano calunniato o trattato dall’alto in basso l’orgoglio di un popolo. E in una situazione così delicata, ha poi riconosciuto, è difficile presentarsi come se si volesse fare delle lezioni, perché c’è il rischio di danneggiare «una riflessione autocritica».
L’intervento del presidente tedesco è arrivato alla vigilia della riunione dei ministri delle Finanze della zona euro in cui si discuterà , senza probabilmente prendere una decisione definitiva, il via libera alla nuova tranche di aiuti alla Grecia. Intanto, Jà¶rg Asmussen, membro tedesco del board, ha affermato che la Banca centrale europea ha un orientamento favorevole sulla possibilità  di allungare i tempi del piano di riforme decise dal governo di Antonis Samaras. Secondo Asmussen è «preferibile» che la Grecia resti nella zona euro e un aiuto supplementare per uno o due anni sarebbe significativamente meno costoso di un default. Secondo Der Spiegel la Troika Ue, Bce, Fmi, il cui rapporto è atteso questa settimana, avrebbe chiesto ad Atene una lista di 2.000 funzionari pubblici da licenziare entro la fine dell’anno nel quadro dei tagli del settore pubblico.
Paolo Lepri


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