Legge elettorale, blitz di Pdl e Udc Bersani: “Temono che governiamo”

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ROMA â€” Una soglia del 42,5 per cento dei voti per avere diritto al premio di maggioranza del 12,5 dei seggi. La possibilità  di esprimere tre preferenze: almeno due di genere. Un secco no di Pdl e Udc all’abolizione delle liste bloccate ed eleggere così tutti i parlamentari con le preferenze. Favorevoli alla proposta del lombardiano Pistorio Pd e Lega. I primi due voti sulla legge elettorale, annunciati, attesi, ricreano la maggioranza del 2005, Forza Italia e An, oggi Pdl, Lega, Udc che approvò il Porcellum. E che ora mira a cambiarla con queste modifiche approvate ieri in commissione Affari costituzionali al Senato. «Guarda caso gli autori della legge di oggi sono gli stessi della legge del 2005. Stiamo passando dal Porcellum al “Porcellinum”», commenta Marco Follini che usci dall’Udc dopo quel voto favorevole. «Nella storia, quando le cose si ripetono, la prima volta è una tragedia, la seconda è una farsa». Un voto arrivato dopo una seduta molto nervosa. Dopo che il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, aveva cercato di accantonare l’emendamento sulla soglia per accedere al premio. Senza fortuna. Né miglior sorte ha avuto la richiesta di rinviare il voto ad oggi avanzata dal capogruppo del Pd Anna Finocchiaro. Il centrodestra ha voluto proprio votare e approvare l’introduzione della soglia del 42,5 per cento. Un sì a cui si è associato anche Francesco Rutelli che aveva presentato un emendamento simile. L’ex sindaco di Roma ha spiegato che la sua proposta mira ad evitare che il premio finisca al partito vincente, che, ricorda, potrebbe essere quello di Beppe Grillo. Rutelli annuncia, invece, altre proposte per favorire la nascita di coalizioni il più possibile coese.
L’esito del voto ha suscitato una marea di reazioni negative nel Pd che annuncia battaglia. «Così non ci stiamo, serve governabilità . Qualcuno teme che governiamo noi», dice il segretario democratico Pier Luigi Bersani. Il dialogo si è rotto annuncia la Finocchiaro. Anche perché dietro questo, accusa il capogruppo democratico c’è «la riedizione di una strana maggioranza in grado di garantire, magari con un premier tecnico, sia Pdl che Lega». Aleggia il Monti bis o qualcosa di simile. Ma Pier Ferdinando Casini, il principale sostenitore del Monti bis, respinge le accuse. E attacca: «Stop alle sceneggiate. L’individuazione di una soglia era cosa sacrosanta dopo i rilievi della Corte Costituzione. E, non ha nulla a che vedere con il Monti bis. Cosa c’entra questo?» Ma, annuncia anche: «Siamo disponibili a ogni ragionevole modifica». Pronta arriva la replica dei senatore e costituzionalista Stefano Ceccanti. «La soglia di cui parla la Consulta era riferita al premio illimitato del Porcellum, non a un premio massimo del 12.5 per cento», spiega Ceccanti. Il costituzionalista spiega poi la posizione del Pd, espressa in commissione dalla Finocchiaro. I democratici non sono contrari all’introduzione della soglia, che, sulla scia di quanto proposto dal professore D’Alimonte pensano non superiore al 40 per cento. Propongono invece, i caso di mancato raggiungimento della soglia, un premio al partito vincente del 10 per cento. «Questo spiega Ceccanti potrebbe avere un effetto bipolarizzante, spingendo gli elettori a premiare una lista». Questa ipotesi, che il Pd riproporrà  direttamente in aula, non trova il Pdl contrario. Ma il centrodestra vorrebbe fissare questo “premietto” al 6/7 per cento. Ma l’impressione è che il centrodestra, e il Pdl in particolare, non voglia proprio tirare la corda e cerchi un accodo in extremis. Anche perché Alfano deve fare i conti con Berlusconi che si è pronunciato contro le preferenze. Mentre le tre preferenze, che fanno dire al Pd che danneggiano le donne perché finirebbero sempre terze, non faranno certo piacere alle “amazzoni” berlusconiane


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