Quarantotto ore di sciopero. Atene verso la mobilitazione no stop

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Alla chiamata di Gsee e Adedy, le confederazioni sindacali del settore pubblico e privato che già  hanno aderito allo sciopero e alle manifestazioni europee del 14 novembre, hanno risposto quasi tutte le organizzazioni sindacali e associazioni settoriali.
Due cortei già  ieri mattina hanno attraversato Atene per confluire in piazza Syntagma chiedendo il ritiro dei tagli e il ripristino dei diritti dei lavoratori cancellati dal governo tripartito di Samaras (leader del partito di centrodestra Nea Demokratia), Venizelos (del partito socialista Pasok) e Koubelis (di Sinistra Democratica) e dalla troika. L’appuntamento nella piazza del parlamento si ripeterà  domani, ma si prevede una mobilitazione continua dopo l’eventuale votazione dei tagli.
La città  è paralizzata dallo sciopero di tutti i mezzi di trasporto su rotaia, oggi si fermano bus, filobus, treni e mezzi dei pendolari. Anche le navi rimarranno attraccate nei porti. Prendere un taxi è impossibile, i guidatori incrociano le braccia. I medici del settore pubblico e privato annunciano che continueranno gli scioperi per tutti i giorni della discussione dei tagli e della finanziaria. Mercoledì saranno chiuse farmacie e banche, mentre oggi non ci sono giornali nelle edicole. Gli avvocati hanno proclamato uno sciopero di cinque giorni, mentre il combattivo sindacato dei lavoratori della compagnia elettrica Denop-Deh ha proclamato da ieri scioperi continui di 48 ore, aumentando le paure del governo che il sindacato guidato dall’imprevedibile Fotopoulos possa spegnere sette delle dieci più grosse centrali di energia del paese. Anche le due grandi confederazioni di commercianti Esee e Gsebee hanno chiesto la mobilitazione del settore contro l’incursione fiscale e i tagli, che «daranno il colpo di grazia al consumo e la sopravvivenza del settore». Molti municipi di Atene e non solo sono occupati dai lavoratori delle autonomie locali. Il clima è molto teso. Il ministro della Protezione del cittadino Dendias continua con la tattica di repressione preventiva per disperdere i manifestanti prima che arrivino in massa di fronte al parlamento, ma dopo le denunce del quotidiano inglese Guardian, che ha smascherato le torture della polizia sui manifestanti, è sempre più isolato. Syriza, il primo partito politico greco nei sondaggi, si è comunque attrezzata al peggio. Scenderà  in piazza, insieme al Kke e la piccola extraparlamentare Antarsya, fornita di medicine e mascherine antigas invece che con i tradizionali striscioni e megafoni portatili. Il leader della coalizione della sinistra radicale Alexis Tsipras ha fatto sapere che per partecipare alle proteste ha cancellato il suo viaggio al Congresso del Blocco di Sinistra a Lisbona e la sua partecipazione alla tanto attesa Firenze10+10).
Nessuno sa come andranno a finire le votazioni in parlamento, visto che nei partiti di governo regna il malumore e la consapevolezza del disastro sociale che provocheranno i nuovi tagli. Nuova Democrazia e Pasok hanno insieme 158 sui 300 deputati, ma quanti saranno quelli che al ultimo momento voteranno contro i tagli o invece si asterranno per favorire il governo resta ancora un mistero. Il leader di Sinistra Democratica Koubelis è in continua comunicazione con gli altri due leader che sostengono il governo e la sua posizione ufficiale, scartato il voto negativo, si orienta piuttosto al cosiddetto «presente», che corrisponde a un voto negativo per quanto riguarda i tagli e a un voto a favorevole alla finanziaria. Un modo per continuare a essere partner del governo e placare la forte opposizione interna al suo partito.


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