Un miliardo a disposizione del governo per alzare le detrazioni su lavoro e famiglia

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LEGGE di Stabilità , cambia tutto. Via il taglio delle aliquote Irpef: al posto di questa misura arriva la sterilizzazione completa dell’aumento dell’Iva previsto per il luglio prossimo per la fascia “popolare” del 10 per cento e la riduzione del cuneo fiscale con aumenti delle detrazioni per il lavoro dipendente e la famiglia.
Il perverso meccanismo, definito dalla Corte dei Conti “più Iva/meno Irpef” e che avrebbe penalizzato 20 milioni di contribuenti nelle fasce più basse dei redditi, va dunque in soffitta. A sancire la soluzione, che aleggiava ormai da giorni, è stato il lungo vertice di ieri tra i due relatori della Finanziaria, Baretta (Pd) e Brunetta (Pdl) con il ministro dell’Economia Grilli. «Un buon risultato, il governo è interessato ad una intesa», ha commentato Baretta al termine dell’incontro.
Di fatto l’accordo sulle linee guida, che saranno trasformate in emendamenti dai relatori, già  c’è. Con un colpo di penna viene cancellata la contestata riduzione delle aliquote Irpef di un punto (dal 23 al 22 fino a 15 mila euro e dal 27 al 26 da 15 mila a 28 mila euro). Motivo: i redditi più alti ne beneficiavano pienamente, quelli più bassi avrebbero avuto poco o nulla. In particolare “zero euro” sarebbero arrivati agli incapienti. Categoria all’interno della quale, come ha messo in luce Bankitalia nell’audizione parlamentare, può essere considerata una famiglia con coniuge e due figli a carico che guadagna meno di 15 mila euro.
I 4,2 miliardi che verranno dalla rinuncia al taglio delle due aliquote Irpef serviranno per un miliardo ad evitare il fenomeno assai criticato della retroattività  e in base al quale il tetto di 3.000 euro alle detrazioni e la franchigia di 250 euro, introdotte dalla legge di Stabilità , avrebbero avuto effetto già  dai redditi del 2012 (quelli che si pagano nel 2013). Va detto comunque che è possibile che anche i tagli alle detrazioni spariscano o siano fortemente ridimensionati: soprattutto per evitare il drastico effetto-tagliola sulle detrazioni per gli interessi dei mutui prima casa il cui beneficio chiuderebbe la strada a qualsiasi altro sconto fiscale. Su questo punto c’è una richiesta esplicita della maggioranza, ma il governo si è riservato di decidere.
Tolto il miliardo per la retroattività , restano 3,2 miliardi: di questi 1,2 miliardi andranno a scongiurare del tutto l’aumento dell’aliquota Iva del 10 per cento («quella che colpisce i consumi popolari », ha osservato Baretta) che la legge di Stabilità  lasciava crescere dal luglio del 2013 di un punto all’11 per cento. Nessuna novità , invece, per l’aumento delle fasce più alte di merci: l’aumento previsto resta invariato dal 21 al 22 per cento. Il tema è importante perché molte delle accuse alla legge di Stabilità , presentata dal governo, puntavano l’indice sul peso iniquo che ha un aumento del-l’Iva: grava infatti, come ha spiegato Bankitalia, più sui redditi bassi che su quelli alti.
Il restante miliardo sarà  indirizzato al cuneo fiscale, la vera novità  della legge di Stabilità . L’intervento, invece di essere generico e indiscriminato, sarà  diretto ad un aumento delle detrazioni da lavoro dipendente (oggi vanno da 1.840 euro sotto gli 8.000 euro di reddito fino ad annullarsi a 55 mila euro) e ad un aumento delle detrazioni per figli e familiari a carico (800 euro per ciascun figlio sopra i tre anni a decrescere fino a 95 mila euro di reddito dove si annullano). Il vantaggio dell’intervento scelto dal vertice di ieri sta nel circoscrivere al lavoro dipendente e alla famiglia le risorse e di poterle modulare in base al reddito. L’operazione cuneo fiscale per il 2013 prevede che tutte le risorse saranno indirizzate al lavoro dipendente e alle famiglie. Solo nel 2014, quando i denari “guadagnati con la rinuncia al taglio delle aliquote Irpef saliranno a 6 miliardi” emergeranno 3 miliardi che saranno indirizzati tutti al costo del lavoro con attenzione anche alle imprese. Sul tipo di intervento è ancora aperto il dibattito: dovrebbero essere dirottate al calo dell’Irap. A favore delle imprese arriva anche un decreto che obbliga la Pubblica Amministrazione a pagare le imprese in 30 giorni, 60 al massimo, in vigore dal 1° gennaio 2013.


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