Tassa sui ricchi per gli esodati Debito pubblico record al 126%

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ROMA — Il governo va sotto, il parere negativo del viceministro del Welfare Michel Martone viene ignorato. E la commissione Lavoro della Camera approva un emendamento alla legge di Stabilità  che allarga l’ombrello aperto per proteggere gli esodati, quei lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione per effetto del buco lasciato nella riforma Fornero. L’intervento viene coperto con una tassa di solidarietà  a carico dei ricchi: un prelievo del 3% su quella parte di reddito che va oltre i 150 mila euro lordi l’anno. Una soglia che, vale la pena di ricordarlo, per le statistiche del fisco italiano viene superata solo dallo 0,36% degli italiani. Statistiche note eppure incredibili. Forse non è un caso che anche ieri il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, alla scuola della polizia tributaria, abbia parlato di «evasione come piaga che pesa sugli onesti». E nemmeno che il debito pubblico italiano viaggi sempre più su livelli record: secondo gli ultimi dati di Eurostat, relativi al secondo trimestre del 2012, siamo arrivati al 126,1% del Pil, il prodotto interno lordo. Peggio di noi nel Vecchio continente c’è solo la Grecia, che supera il 150%, mentre la media della zona euro è molto più bassa, 90%.
L’emendamento sugli esodati approvato ieri metterebbe in sicurezza gli anni 2013 e 2014. Stime informali parlano di una copertura necessaria di 3 miliardi di euro. Ed è proprio questo il vero nodo, il motivo per il quale il governo ha dato parere negativo, sostenendo che in realtà  questi soldi non ci sono. La norma approvata ieri crea un apposito fondo per gli esodati nel quale far confluire non solo i 100 milioni di euro previsti proprio dalla legge di Stabilità  e i 9 miliardi già  stanziati dal governo nei provvedimenti precedenti, in modo da poterne utilizzare gli eventuali risparmi. Ma anche il gettito della tassa di solidarietà  sui ricchi e, se necessario, quello di un aumento delle accise sulle sigarette che viene fissato come clausola di salvaguardia. L’emendamento che ha come primo firmatario il presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa (Popolo e territorio), è stato sottoscritto dai capigruppo di tutti i partiti. Ed è stato approvato all’unanimità , con l’eccezione di Giuliano Cazzola (Pdl) che ha lasciato la commissione al momento del voto. Lo stesso Cazzola aveva avanzato una proposta alternativa che intende presentare di nuovo nelle prossime tappe del percorso parlamentare. Anche lui propone un fondo, alimentato però non da una tassa sui ricchi ma dai risparmi di ogni tipo che si dovessero trovare di volta in volta, con la possibilità  di assegnarli al capitolo esodati attraverso un apposito decreto. Una formula meno rigida sulla quale il governo sarebbe disponibile a ragionare.
Cosa succederà  adesso? Come tutti gli emendamenti alla legge di Stabilità  anche questo dovrà  superare l’esame della commissione Bilancio. Poi toccherà  all’Aula di Montecitorio e dopo ancora al Senato. I passaggi sono ancora tanti, come le possibili modifiche. I sindacati applaudono uniti, dalla Cgil all’Ugl. «Mi auguro che il governo possa ripensarci per evitare un inasprimento del confronto con le Camere» dice il presidente della commissione, Moffa. «Confido che questo emendamento vada a buon fine — aggiunge per il Pd Cesare Damiano — per noi è una priorità ». Scettico Maurizio Zipponi, dell’Italia dei valori: «Salutiamo con favore il voto ma siamo sicuri che il governo non ne terrà  conto».


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